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Dimissioni Renzi, vince l’Italia?

Con la sconfitta al Referendum del 4 dicembre, Matteo Renzi si è dimesso dal ruolo di Presidente del Consiglio dei Ministri. La vittoria, il giubilo del fronte del NO va democraticamente accettato. C’è stata una regolare campagna elettorale, con toni che personalmente non condivido, chi sosteneva il SI, ha perso. E questo è un dato di fatto.

Da oggi si chiude la campagna referendaria, si apre quella elettorale. Ed è curioso vedere come Beppe Grillo e i suoi ‘Dibba & Di Maio’ vogliano subito passare alla cassa, nonostante una legge elettorale che fino a ieri era da loro totalmente avversata. Ora è divenuta divina?

Che personalizzare il referendum sia stato un errore, è stato evidente da subito. Che alcuni ministri non siano stati all’altezza del ruolo, anche. Dopo la finta Grexit, sono seguite le vere Brexit e la Renxit. Ma siamo davvero sicuri che sia meglio per l’Italia? Dall’intervento di Matteo Renzi, pronunciato a denti stretti, facendo appello a tutte le tecniche di comunicazione moderne – delle quali il fiorentino resta la massima espressione nella politica italiana –  emerge l’amarezza della sconfitta. Nel finale ritorna l’uomo, il giovane boy scout divenuto capo di governo, l’affetto per figli e moglie, una signora nei modi per come è stata sfottuta in questi anni per il suo aspetto fisico.

Mi aspetto ora che i fronte del NO e tutti coloro che non hanno votato la riforma perchè fatta dalla Boschi della Banca Etruria (qui ero in difficoltà anche io), perchè l’ha fatta il PD (qui l’ho votata ancor più convinto), perchè Renzi è divenuto antipatico (vediamo i prossimi leader che saliranno e poi risentiamoci…), apportino proposte significative e non divisive in tempi rapidi per ammodernare il Paese e non si affidino al “ci sono talmente tante cose da fare, che è dura”. La necessità di abbassare i costi dei politici è un punto d’onore per tutti, o NO? 😉

Ultima nota: vedere Massimo D’Alema che esulta per aver consegnato il Paese a Beppe Grillo, a Matteo Salvini, alla deriva di destra populista e all’italiana de’ tempi nostri (perchè con tutti i distinguo personali, quella di Giorgio Almirante era un’altra cosa…) lascia una triste immagine ai giovani del centrosinistra italiano: le correnti di Partito vengono prima delle nostre convinzioni e del nostro senso di appartenenza.

Renzi ha commesso sicuramente molti errori, primo fra tutti le persone che ha scelto vicino, ma ha governato nel periodo più difficile: in piena crisi economica, politica e culturale; durante l’invasione dei migranti (ora vediamo le soluzioni di quelli del NO); cercando di rottamare una classe politica (vedi D’Alema) in un Paese come l’Italia dove la casta è come i diamanti, “per sempre”.

Chi voleva mandare Renzi a casa, ora ha vinto. A chiunque salirà, credo i 5 Stelle, un partito aziendale con la società di Casaleggio alle spalle, il compito di migliorare lo stato attuale. Io a differenza loro voterò SI se i loro referendum secondo me saranno utili all’Italia. L’avrei fatto anche se questa riforma non l’avesse proposta Renzi.

Chi lotta per un’idea non può perdere. Voi avevate un’idea meravigliosa, in particolare in questa stagione della vita politica europea. Volevate riavvicinare i cittadini alla cosa pubblica, combattere il populismo, semplificare il sistema e rendere più vicini cittadini e imprese. Avete fatto una campagna elettorale casa per casa, a vostre spese, senza avere nulla da chiedere ma solo da dare. Per questo voi non avete perso.
Matteo Renzi

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Francesco Iodice

Donald Trump: gli Usa sono entertainment

Quando alle ore 5 di mattina Donald Trump ha conquistato Ohio, ho capito che ce l’aveva fatta. Le elezioni americane hanno incollato noi appassionati di politica, interessati alla geopolitica mondiale o semplicemente chi ama gli intrighi del potere di House of Cards. E quando Chicco Mentana, nella solita maratona di La7 con faccia esasperata più per il fatto da commentare che per la stanchezza, ha ammesso per primo la sconfitta di Hillary Clinton, io ho compreso di partecipare in quel preciso momento ad un evento storico. Se sarà epoch making lo dirà il tempo.

Dire ora “lo sapevo…” è troppo facile. Purtroppo lo sospettavo. Dopo esser tornato tre settimane fa da Los Angeles dove la mia ragazza è stata l’unica italiana invitata come honoree ai Proto Awards di Hollywood, (perdonatemi vi prego, ma sono un moroso orgoglioso 😉 ) ne avevo parlato con molti amici o con ex consiglieri comunali come me del Partito Democratico. In quel viaggio alla scoperta dell’America ci siamo buttati fino in fondo alla cultura americana, e ogni persona che incontravamo un po’ per gioco, un po’ per evidenza, la battezzavamo un sicuro elettore di Trump. Gli USA non amano l’entertaiment, sono puro entertaiment. Per gli americani che si abbuffano di hamburger ai fast food, che guidano macchinoni da far sembrare i suv europei go-cart e che soffrono la crisi economica con un contrasto pazzesco tra ricchezza e lusso e povertà e miseria era più facile identificarsi nel miliardario sboccato, che nella ambiziosa donna del potere. Trump è il good guy con cui andare a bere una birra dopolavoro e perdersi in battute sessiste o a discutere di sport. La Clinton è la nonna altezzosa, il cui sorriso non dà fiducia. Obama alla fine di 8 anni ha fallito nel crescere una classe dirigente nel Partito. E il progresso non può esser rappresentato da una 70enne con 30 anni di esperienza politica: il volto dell’establishment. Sanders, ancor più vecchio, sembrava a confronto Mick Jagger.

Il vento di destra soffia forte dall’Europa verso l’America. E credo che aldilà del risultato del referendum il 4 dicembre, il Partito Democratico deve iniziare a capire che siamo in ricorsa. Immigrazione, sicurezza e lavoro sono i tre temi che la gente sente più cari, e noi dobbiamo iniziare a trovare parole nuove e soluzioni concrete. A meno di non voler cambiare la nostra attenzione dai più poveri e deboli alla classe sinistra radical chic.

Credere che chi vota Trump sia l’emblema dell’imbecille, della classe media istupidita dalla tv e dalle bufale in rete, è sbagliato e antidemocratico. Hanno votato Trump perchè ha saputo capire il suo paese in crisi, pur essendo lui un privilegiato. Tanto da meritare ante litteram la stella in Hollywood boulevard (la foto è mia). E ha spinto i toni dove la gente voleva. La politica aggressiva contro Isis, Cina, Messico, contro le minoranze interne e contro i mussulmani sarà da vedere nel tempo. Finisce la destra americana interventista, ma non finisce certo la democrazia.

Comunque vada, domani sorgerà il sole.

Barack Obama

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Francesco Iodice

La lezione dell’Avvocato Correnti. Buon viaggio!

Quando venni a sapere che proprio lui, l’Avvocato, voleva incontrarmi ricordo che ebbi un momento di blocco. Per me il Sindaco Gianni Correnti era un nome che incuteva grande rispetto e un certo timore reverenziale. I molti che me lo avevano nominato, ne avevano tracciato il ritratto di un uomo colto, brillante, carismatico e volitivo. File di amministratori novaresi erano cresciuti nel solco del percorso che lui aveva tracciato nei suoi anni di attività politica.

E ora lui, proprio lui, aveva chiesto di incontrare me. Ero il più giovane consigliere comunale del Consiglio Comunale di Novara e gli avevano parlato bene di me, così aveva deciso di incontrarmi per conoscermi e, probabilmente, saggiare se quanto dicevano fosse vero…

Entrando nel suo studio ho provato un timore reverenziale che difficilmente mi capita di provare. E quando lui comparve, dietro ai suoi baffi folti, incontrai sicuramente una delle persone che più ha segnato – e continuerà a farlo se andrà avanti – il mio percorso politico. S’informò sul mio percorso di vita e sui miei studi, restò colpito del fatto che avessi organizzato i miei primi due eventi col Patrocinio del Ministero della Salute (“E’ da anni che a Novara avviene e mai per iniziativa di un consigliere comunale”, aveva detto) e del mio interesse per le nuove tecnologie, quell’innovazione che lui ammetteva essergli materia sconosciuta, ma di cui riconosceva e intuiva, con lucida lungimiranza, il grande valore futuro per l’economia novarese e nazionale. E poi con grande piacere, come se stesse raccontando una storia ai nipoti davanti al camino in una notte di inverno, mi raccontò la sua di storia. Il suo percorso. Gli anni a Roma. Gli anni da Sindaco. Il suo lavoro di Avvocato.

Una persona che col passare dei minuti e degli incontri aveva cominciato a chiamarmi ‘Amico mio’: non so se lo facesse con tutti quelli che incontrava, o se invece ha ancor più valore perché lo riservava a pochi, ma francamente non mi importa. Detto da lui, questo appellativo era in grado di farti sentire “importante”. Mi ricordo quando gli chiesi a chi avvicinarmi politicamente nel Partito sia le parole positive nei confronti di coloro che indicava come ‘buoni modelli’ per me che le stroncature totali e massacranti nei confronti di chi coloro dei quali non comprendeva come potessero avere ruoli di valore sia di militanza che amministrativi. Tutti i suoi giudizi apparivano tanto sinceri quanto pesati dal Principe del Foro novarese.

Ricorderò per sempre e farò tesoro dei consigli che mi ha dato Avvocato, soprattutto nel primo incontro, e della sua stima nei miei confronti. Fa sempre piacere venire valorizzati, ma quando a farlo sono persone di rilievo morale e che hanno segnato così tanto la storia della tua città, le parole acquistano ancor più significato. Come quando nell’unica occasione in cui l’ho vista battersi il petto, con un velo di orgoglio, s’è concesso tra il fumo del sigaro un “Novara non è una città di sinistra. L’unico Sindaco di Sinistra sono stato io”.

Il 15 ottobre Novara l’ha salutata, in un giorno d’autunno con nebbia rada novarese. Dicono che i morti, se li ricordiamo noi che restiamo, non muoiono mai. Se li dimentichiamo, muoiono invece una seconda volta. E allora quello che porterò di lei nella mia vita saranno gli insegnamenti che mi ha dato, le considerazioni che lei ha fatto su di me e le previsioni sul mio futuro, che custodisco e non scrivo per riserbo, ma soprattutto quella frase con cui mi salutava, sempre dandomi del lei: “Venga quando vuole a trovare un vecchio amico, mi fa piacere parlare di politica ai giovani”.

Vede Avvocato, non mi sono mai permesso di contraddirla, lei non parlava di politica. La insegnava.

Buon viaggio,
con stima grande,

Francesco

Buon compleanno Google

Google Search “(pronuncia italiana /ˈɡuɡol/) oggi si autofesteggia con un doodle per il 18° compleanno. Google è un motore di ricerca per Internet il cui dominio è stato registrato il 15 settembre 1997”, attacca Wikipedia nella pagina dedicata al sito più visitato al mondo. E aggiunge anche che è stata fondata la società Google Inc. il 4 settembre 1998. Creato da Larry Page e Sergey Brin è stato lanciato il 15 settembre 1997. I due si erano incontrati nell’estate del 1995, nel campus di Standford. “Sergey, aperto e socievole, frequentava il secondo anno del corso in Computer Science; Larry, più riservato, veniva dall’Università del Michigan, era già laureato e doveva cominciare il dottorato. E cercava un’idea brillante”, come spiega “Wired” oggi.

Oltre a catalogare e indicizzare le risorse del World Wide Web, Google Search si occupa anche di foto, newsgroup, notizie, mappe (Google Maps), email (Gmail), shopping, traduzioni, video e programmi creati da Google Inc. E negli anni il motore di ricerca è diventato sinonimo stesso di ricerca web: quanti di noi non usano la parola googlare per dire a qualche amico di cercarsi una qualsiasi informazione su Internet?

Ho avuto la possibilità nel Master Iab in Maketing and Digital Communication seguito in Università Cattolica di Milano di avere come docente Paola Marazzini, Head of Agency of Google Italy e diversi suoi preziosi collaboratori. Ho imparato moltissimo e capito quanto la competenza sia fondamentale in questo ambiente, ma anche apprezzato lo stile americano del management apportato. Darsi subito del tu, il più piccolo come il grande capo, la formalità crea distacco e non facilita il lavoro. La sede che ho visitato sembra un parco giochi per chi è appassionato di digitale e colpisce anche chi non lo è. Se avete l’occasione visitatela!

E allora che dire??? Tanti auguri Google!!!

“Penso che parte del motivo per cui siamo successo fino ad oggi è che in origine non volevamo davvero  avviare un’impresa.”
Larry Page

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Francesco Iodice

25 anni di Internet, l’ultima rivoluzione che ha cambiato il mondo

Era il 1991, alla radio USA passava Black or white di Michael Jackson, da noi in Italia Lucio Dalla lanciava Attenti al lupo e in Unione Sovietica scoppiava la rivolta contro il Partito comunista e Michail Gorbačëv annunciava le sue dimissioni da segretario del partito. Il 6 agosto sir Timothy John Berners-Lee aprì il primo sito Internet della storia. Un evento poco importante nelle cronache dell’epoca che venne presto rivalutato e che ha cambiato la storia.

Oggi 23 agosto 2016 Facebook celebra questo giorno con un doodle che compare sulle bacheche di tutti gli iscritti: 25 anni di connessioni. Il Web ha fatto il suo ingresso nel mondo 25 anni fa in questo giorno! Ringraziamo Tim Barners-Lee e gli altri pionieri di Internet che hanno contribuito a rendere il mondo più aperto e connesso». E’ l’Internaut day. Ma chi sono gli internauti? Secondo Wikipedia, «Il termine è stato coniato nel 1997 nel programma di Rai3 “Tema, domande di fine millennio” per definire il ruolo della “navigatrice in rete” che leggeva sul computer presente in studio le notizie collegate alla puntata del giorno». Quindi siamo tutti noi! L’idea del World Wide Web, che non deve esser confuso con Internet del quale è uno dei molti servizi offerti, era nata due anni prima nel 1989, presso il CERN di Ginevra (Conseil Européen pour la Recherche Nucléaire). L’idea di base del progetto dello stesso Berners-Lee e di un suo collega, Robert Cailliau, era elaborare un software per la condivisione di documentazione scientifica in formato elettronico per migliorare la comunicazione e favorire la cooperazione tra i ricercatori dell’istituto. A margine dell’ideazione del software, si iniziò anche a definire gli standard e i protocolli per scambiare documenti su reti di calcolatori: era il linguaggio HTML e il protocollo di rete HTTP… La ricerca, in Italia malamente sempre più bistrattata, dava ancora una volta un contributo al mondo di un valore sociale smisurato prima che scientifico. Da allora si può dire che il mondo è connesso, ma non saprei dire se Internet e in particolare il Web abbiano portato i migliori cambiamenti. Secondo Umberto Eco Internet e in particolare il fenomeno dei Social Network «ha dato diritto di parola agli imbecilli: prima parlavano solo al bar e subito venivano messi a tacere». E in effetti molto resta da fare in tema di privacy e gestione della UCG (User Generated Content) che molto conta per ragioni di Marketing, ma il potenziale di Internet è ancora inesplorato e cambierà la comunicazione. Quello che personalmente mi aspetto è anche a margine di questo ingrandimento una maggiore consapevolezza sociale del fenomeno in particolare verso chi ha meno di noi. Nel Primo Novara Digital Day abbiamo cercato di raccontare anche questi aspetti: dagli Stati Uniti di Berners-Lee alla piccola città Novara del nordovest italiano, Internet ha creato un mondo più veloce, una community di cittadini connessi.

Quando cominciai a trafficare con il programma che avrebbe poi fatto nascere l’idea del World Wide Web, lo chiamai Enquire, da Enquire Within upon Everything, “entrate pure per avere informazioni su ogni argomento”.
Tim Berners-Lee, L’architettura del nuovo Web, 1999

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Francesco Iodice

Raggiunte le prime 500 visite! Grazie a tutti per la vostra attenzione

Cari amici, Care amiche,

Il 24 aprile scorso ho iniziato il mio viaggio verso le elezioni amministrative di Novara con questo blog. L’ho fatto da solo (e se ne vedono tutti i limiti…) ma con impegno e cura ho cercato di dare qualche informazione sulle elezioni, su quanto fatto da me e dall’amministrazione Ballarè nella nostra Novara e su di me.

le prime 500 visite !!

Pochi giorni fa, a un mese esatto dalla messa online, abbiamo raggiunto un traguardo importantissimo: le prime 500 visite!!! Non credo realisticamente che tra quelli che hanno dato un’occhiata al blog ci siano tantissimi votanti, ma non mi interessa. Uno dei primi obiettivi che mi sono dato è quello di informare i cittadini o chi è interessato a quanto Novara sia una città smart e quanto lo potrà essere!

Grazie a ognuno dei 500 utenti che ha voluto dedicare il suo tempo, non avrei mai sperato questi numeri

sito

Ricordo anche che da due settimane è online la mia nuova piattaforma ufficiale! Un sito Internet in cui trovare informazioni, foto, news e contatti e che ospiterà il mio Blog. Ringrazio di cuore gli amici di Staff Millennium che con passione e professionalità mi hanno fatto questo regalo immenso: un sito innovativo e pieno di sorprese !! Qui racconterò quanto faremo insieme dopo il 19 giugno, quando al ballottaggio i novaresi spero confermeranno la fiducia nel candidato che sostengo, il Sindaco Andrea Ballarè.

Tutto è numero. Il numero è in tutto. Il numero è nell’individuo. L’ebbrezza è un numero.

Charles Baudelaire, Razzi, 1855/62, postumo 1887/1908

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Francesco Iodice