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Il mio secondo viaggio nei USA (video)

Sono ritornato dagli Stati Uniti. La vita è ripresa tra cose positive come il lavoro, in Azienda come a scuola dai miei ragazzi e lo studio ;-D e allucinanti come il mio Milan che avevo lasciato in lotta Champions e ora ritrovo in lotta per entrare solo per in Europa League… 🙁

Ho aspettato a scrivere sulla mia esperienza perchè volevo farla maturare dentro di me. Quando vai a fare un viaggio – e non una vacanza – speri sempre che quel tempo trascorso in un altro Paese ti cambi in qualche modo: ti lasci qualcosa.

Allora cosa mi porto dietro da questa esperienza USA 2.0 ?!

Rispetto alla mia prima volta negli USA, a Los Angeles nel 2016, ho trascorso più tempo e visto più città. La scorsa volta sono stato a L.A. con un viaggio-fuga inventato in fretta e furia in sole due settimane per accompagnare la mia ragazza Alice, che aveva vinto un premio importante ai Proto Awards.  Avevo scoperto per la prima volta il Sogno Americano, con tutta la sua magia e le sue contraddizioni.

Anche stavolta il motivo principale del mio viaggio è stato sempre Alice. Il 4 aprile ha tenuto una Ted Talk presso il Dipartimento di Psicologia alla Penn University di Philadelfia, davanti al Professore Martin Seligman. Il Prof. Seligman è una delle menti più famose a livello mondiale e fondatore della Psicologia Positiva. Fare ricerca in un Paese come l’Italia – lo dico dopo aver avuto nel mio piccolo incarichi pubblici e politici tra Comune di Novara e Anci – non è facile. Siamo un Paese che non crede nelle proprie eccellenze e ancor meno nei giovani, vedi i frequenti tagli di ogni Governo alla Ricerca… Per questo motivo sono fiero dei risultati di Alice e del team in cui lavora, perchè so quanta fatica, impegno e soprattutto sacrificio, mette per dimostrare il proprio valore. E quando la tua ragazza va a fare un periodo all’estero nel centro di ricerca più famoso nel suo campo, non puoi fare altro che seguirla! <3

Attorno a questo appuntamento, pur dando totale priorità al suo lavoro, abbiamo così costruito un breve viaggio sulla East Coast USA. Abbiamo visto tre città: Philadelfia, New York e Washington!!

Philadelphia

Le tappe principali sono state al Centro di Psicologia Positiva della Penn University, dove oltre all’intervento di Alice, ho potuto approfittare di ogni momento per parlare con ricercatori e professori di grandissimo livello. E’ stato un momento di grande formazione e un’occasione per migliorare il mio inglese, in ascolto e pronuncia. Essendo poi il Centro legato alla Psicologia della Comunicazione, ho vissuto più da vicino le mie passioni e ho potuto approfittare della cordialità di alcuni colleghi di Alice, per consigli sui libri e ricerche più innovative sulla Comunicazione e la Psicologia applicata al Marketing: un bel colpo di fortuna per il mio lavoro e i prossimi corsi di formazione che farò!

Ma Philadelfia o Philly, come la chiamano con affetto i suoi cittadini, è anche la città del mio film preferito: Rocky. Confesso che per quanto dopo il primo ogni film sia sempre più scaduto nel trash, io sono un Rocky lover. Adoro Sylverster Stallone, credo che ci sia qualcosa di Rocky in ognuno di noi, e mi gaso sempre come quando avevo 15 anni quando sento Eye of the tiger dei Survivor. Perciò prima del viaggio mi sono fatto la maratona dei Rocky (incluso lo spin off di Creed…). La prima tappa in città non poteva che essere una corsa lungo il fiume Schuylkill fino alla scalinata dell’Art Museum dove non potevo evitare la mitica salita di corsa. 😉

Altro momento emozionante a Philly è stato camminare sul prato dell’Independence Hall, edificio inserito tra i Patrimoni dell’umanità che si trova su Chestnut Street, tra la 5° e la 6° Strada, dove vennero discussi e firmati la Dichiarazione di Indipendenza degli Stati Uniti, gli Articoli della Confederazione e la Costituzione degli Stati Uniti.

Washington D.C.

A sole tre ore di pulman da Philly, abbiamo fatto una gita di un giorno a Washington. Lo consiglio vivamente a tutti se siete già nei pressi, perchè è comoda da visitare (tutti gli edifici principali sono nel raggio 15 km appena esci dalla stazione centrale) e per gli amanti della serie televisiva House of Cards, sembrerà di rivivere in luoghi e strade già percorsi. Inoltre è la sede del Parlamento, (il Campidoglio), del National Art Museum rigorosamente gratuito (dove l’arte italiana di ‘300 e ‘400 fa da padrona e dell’autoritratto di Van Gogh e diversi dipinti di Pablo Picasso). Mi è piaciuto molto il sistema americano di impegna – con lavori socialmente utili – i pensionati. Sono i custodi del museo e invece di stare a casa, sono così attivi durante le loro giornate, integrando la pensione.

New York (NYC)

La vera tappa sorpresa del viaggio. Confesso che durante i giorni a New York sono stato avvolto da un senso di stordimento e alienazione. Grattacieli di 60 piani da togliere il fiato, ma anche i rapporti a misura d’uomo, luci e segnaletiche che nemmeno a Natale… e il tipico senso di frenesia che pervade la Grande Mela, non mi erano piaciute molto. Ma ora al ritorno, a bocce ferme, devo ammettere che è stata un’esperienza incredibile. Abbiamo alloggiato  un po’ per destino, un po’ per caso in centro Manhattan, in un grattacielo lussuoso, a fianco della Trump Building, con vista sulla Statua della Libertà dal piano alto al 50°.

Abbiamo corso per le strade di Broadway, scoperto di essere gli unici veri italiani a Little Italy, mangiato a ChinaTown, passeggiato per le vie di un Central Park innevato e fatto shopping peggio di Carrie Bradshaw… 😉

Tra tutte le esperienze quelle che ricordo con più affetto sono la visita al MOMA – Museo di Arte Moderna, custode della Notte Stellata di Van Gogh, di quadri noti di Jackson Pollock e Pablo Picasso.

Times Quare – non è una via nè una piazza: è il centro dell’americanità o americanata. Avevo scritto dopo il mio primo viaggio, che gli USA sono entertainment e Times Quare ne è la prova provata. Luci, maxischermi, ostentazione. Tutto ti fa credere di vivere in un mondo di brand e consumo. Eppure mi ha davvero colpito, immaginarci lì a mezzanotte di capodanno insieme a milioni di newyorkesi è stato davvero suggestivo.

E infine la gita sul Ferryboat da Manhattan verso il quartiere italiano e ritorno. Vedere la Statua della Libertà, non per il monumento in sè, ma immaginando gli occhi di tutti coloro che nel ‘900 arrivavano negli USA in cerca di un futuro migliore per sè e le proprie famiglie, mi ha molto colpito. Molti di questi erano italiani come noi. Vedere poi Manhattan di notte dal battello illuminata, accendersi tra le onde increspate, regala non solo foto da cartolina, ma proprio emozioni uniche. Faceva 1° e col vento contro si gelava, ma non sono riuscito a non farla tutta in piedi appoggiato alla ringhiera con gli occhi illuminati miglio dopo miglio dai grattacieli di New York, luci nella notte.

Il viaggio come avrete ormai capito è stato E N T U S I A S M A N T E. Ciò che la reso speciale però è stato farlo con Alice. Sarà per sempre un bellissimo ricordo.

Grazie della tua attenzione, Enjoy😀
Francesco Umberto Iodice