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I robot Converse Product Placement

I Robot converse product placement, a lezione da Will Smith

I Robot Converse product placement sembra più che un titolo una parolaccia da gang made USA. In questo articolo vorrei parlare di uno dei fenomeni del marketing più interessante, praticato e taciuto. Tacitamente taciuto o soltanto non compreso dagli utenti, va sempre più di moda e colpisce tutti. E infatti ha colpito anche me.

https://www.youtube.com/watch?v=3HpIZrOH4zc

Sto parlando del Product placement. Dicasi product placement la pubblicità indiretta, secondo Wikipedia, è “quel tipo di pubblicità che compare in spazi non prettamente pubblicitari, senza essere segnalata come tale. Si usa, invece il termine di pubblicità occulta quando avviene in modo non palese e quindi il termine assume una forte connotazione negativa. Si realizza generalmente attraverso l’inserimento di prodotti di un certo marchio all’interno di un prodotto cinematografico o televisivo, a fronte del pagamento di un corrispettivo da parte dell’azienda che viene pubblicizzata”.

I Robot Converse Product Placement, avete mai fatto caso a quanti prodotti vengono mostrati in televisione e soprattutto nei film???

E andando ancora più a fondo, quanti di noi hanno mai comprato un prodotto visto – o non visto ma influenzato – dopo un film? Io ho alzato la mano. Voi?

Vi faccio un esempio: da ragazzo, verso i 15 anni, portavo solo Converse shoes All Star. Il Motivo? Will Smith e Sylvester Stallone e due film. Che Will Smith e Sylverster Stallone siano due dei miei attori preferiti, insieme a Robin Williams e Al Pacino ha aiutato sicuramente la scelta. Ma non è l’unica motivazione. Mi era piaciuto molto il film Io Robot, rivisitazione di più racconti di quel genio di Isaac Asimov; e sono un patito di Rockytutta la saga fino a Rocky XXXVII, la nuova serie di Creed e quelle che inventeranno in futuro… 😛 Indovinate un po’ che scarpe indossano le due star di Hollywood?

In Io robot, film di fantascienza del 2004 diretto da Alex Proyas, l’agente Del Spooner interpretato da Will Smith aveva come scarpe solo e rigorosamente All Stars di pelle nera. Nella Chicago del 2035 possedere un paio di Converse “vintage” dei primi anni 2000 era cosa rara. Ed è proprio Will Smith, in una battuta a pochi minuti dall’inizio del film afferma: “Converse All Stars annata 2004. Le migliori!”

Will Smith è del resto l’attore, mito della mia generazione, quella anni 90, cresciuta senza cellulare (rigorosamente alle medie e l’indistruttibile Nokia 3310), Game Boy grosso e grigio, e serie tv come “Willy, il principe di Bel Air“. Lascio la sigla, che anche i miei studenti dell’Enaip Novara, anche se hanno 10-15 anni di differenza dal sottoscritto, conoscono bene! 😉

http://www.youtube.com/watch?v=js9LsJ7M6L4

I robot: trama del film

Prodotto dalla 20th Century Fox , è ispirato alla antologia di Asimov, in cui vengono descritte le Tre leggi della robotica, in un futuro distopico sono alla base del rapporto tra esseri umani e robot.

La US Robotics, azienda leader nella robotica, invia nuovi aiutanti meccanici nelle case della  popolazione. Il detective Del Spooner non si fida dei nuovi e avanzatissimi robot. Si scoprirà il motivo a metà film. Dopo un incidente stradale ed il suo tentativo di salvare la vita di una bambina in acqua, a essere stato salvato fu proprio Will Smith, che avrebbe dato la vita per la piccola. Da questo evento il protagonista crederà che un robot non può essere paragonato a un essere umano, nè sostituirlo.

Spooner viene chiamato sulla scena del suicidio del dottor Alfred Lanning, brillante scienziato nonché fondatore della società US, dove per l’appunto lavorava.

Sonny, robot positronico al servizio del Dott. Lanning e diverso dagli altri NS 5, diventa l’unico alleato degli umani. Insieme a Spooner riuscirà a distruggere il cervello centrale e a riportare i robot all’obbedienza delle Tre leggi.

Al box office (fonti Box Office Mojo ) fu un vero successo mondiale. Tanto da da guadagnare 347.2 milioni in tutto il mondo, 5 milioni solo in Italia. Nel cast oltre al Principe di Bel Air ci sono: Alan Tudyk, James Cromwell, Bruce Greenwood.

Tipi di Product Placement

Tornando al Product Placement, questo tipo di pubblicità indiretta può essere attuata attraverso diverse tipologie:

  • Visuale (screen placement): quando il marchio viene posizionato in primo piano, ben riconoscibile da parte dello spettatore e bastano poche inquadrature affinché il ricordo rimanga impresso nella sua mente.
  • Verbale (script placement): in questo caso il marchio chiamato dai protagonisti del prodotto audiovisivo catturando l’attenzione dello spettatore e facendo sì che il marchio venga affiancato alla reputazione del protagonista che lo cita. E’ un product placement molto meno frequente rispetto al primo, ma il cui effetto è più incisivo, soprattutto se inserito nel contesto del film.
  • Integrata (plot placement): questa è la forma di product placement più potente da un punto di vista pubblicitario e coerente con la sua natura. In questo caso il prodotto si integra all’interno del film diventando parte della trama, se non il protagonista. Alcuni esempi possono essere i film: Gran TorinoIl diavolo veste Prada e Indian – La grande sfida, si riesce a posizionare il marchio addirittura nel titolo del film (name placement).

Nel movie Io Robot il product placement delle wear Converse All Star nere in pelle di Chuck Taylor è quindi come abbiamo visto nel primo video di due tipi, sia visuale che verbale: screen placement e script placement.

Lascio qui sotto a completare l’articolo una gallery del passaggio di Converse in Io Robot.

Ma i casi non si fermano qui. Basti citare Minority Report e soprattutto Cast Away. Immaginate di assumere Tom Hanks per farvi da sponsor per un ora e mezza di film su più brand. In realtà, anche se non ci crederete, ho appena riassunto la trama del pubblicitario FedEx rimasto intrappolato su una isola deserta. Ma questa è un’altra storia…

E voi che ne pensate? Vi è mai capitato di subire l’influenza di questa strategia di marketing e comunicazione? Se volete condividerla, aggiungete un commento sotto o scrivetemi pure in privato nella sezione ‘contatti’.

Grazie della tua attenzione, Enjoy😀
Francesco Umberto Iodice

I Robot Converse Product Placement

Francesco Iodice in Accademia di Belle Arti ACME

Francesco Iodice in ACME Accademia di Belle Arti Europea dei Media di Novara

Grazie alla Accademia di Belle Arti ACME Novara, il 2018 mi ha portato prima della fine un traguardo incredibile e inaspettato. Sono diventato Docente universitario di Marketing e Analisi di Mercato a soli 29 anni. E’ il coronamento di un percorso nel mio settore di lavoro, marketing & comunicazione, che mai avrei sperato.

Ero già felice dei miei interventi nelle lezioni del Prof. Bruno Lamborghini presso Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano nel Master in Marketing e Digital Communication di IAB Italia.

Ora ho davvero una grande opportunità grazie ad un Ateneo: l’Accademia di Belle Arti Europea dei Media – ACME di Novara, che mi ha assegnato come docente a contratto per l’a.a. 2018 – 2019 la cattedra di Marketing e Analisi di Mercato, presso il Dipartimento di Design. Si tratta di un corso annuale di 60 ore, diviso in due moduli.

E’ importante per me che io sia stato chiamato in questo Ateneo che opera nel campo della alta formazione artistica e musicale e delle arti visive in qualità di professionista del settore. Ma non lo prendo come un punto di arrivo: è un nuovo punto di partenza, uno stimolo per migliorarmi ancora di più e continuare a studiare e ad approfondire!

Il mio corso in ACME Accademia di Belle Arti europea dei media

Come sarà il corso? Da settimane nei weekend la parola d’ordine è una sola: slide. Cercherò di prendere spunto dalla mia esperienza e dalle lezioni dei miei docenti di Marketing in Cattolica, come la Prof.sa Patrizia Musso, il Prof. Giovanni Covassi e il Prof. Renato Fiocca. E poi, inutile dirlo per chi è del settore, Philip Kotler.

Ho moltissima voglia di mettermi in gioco e approfondire i miei metodi didattici, ma anche la mia materia. Sono convinto che i corsi accademici, come i corsi di formazione che tengo, debbano essere per loro natura un arricchimento co-creativo. So che molti docenti accademici, dall’alto delle loro giacche con le toppe, impolverate storceranno il naso… Ma “credo onestamente poche cose, in compenso molto chiare”, come sosteneva Fabrizio De Andrè: non esistono tuttologi, dei quali diffido sempre. E anche uno studente di 20 anni può avere un’idea o una riflessione che il “grande docente emerito”, potrebbe non avere. Per questo i momenti che più adoro, dopo ormai aver fatto le prime lezioni in ACME, sono i lavori di gruppo. Quando i ragazzi attorno a un tema, un brand o un case study di comunicazione, si mettono a discutere e io divento da docente, un moderatore. Lasciando spazio a chi dovrebbe essere il vero protagonista della scuola come dell’Università: lo studente, non il docente.

Perchè il marketing non è solo una disciplina economica. Marketing is a culture.

Grazie della tua attenzione, Enjoy😀

Francesco Umberto Iodice 

Marketing B2B, lezione con Patrizia Musso in Università Cattolica

Marketing B2B, lezione con la Prof.sa Patrizia Musso in Università Cattolica

Il 27 marzo 2019, su invito della Prof.sa Patrizia Musso, ho tenuto una lezione sul Marketing B2B. Per me è sempre una grande emozione tornare presso la mia Università e stare dall’altra parte della cattedra.

In questo intervento, all’interno del corso dove insegna Storia e Linguaggi della pubblicità e Forme e Strategie della comunicazione digitale, ho provato quindi a spiegare quali strumenti e strategie adottano le imprese nel business to business, a partire dal Gruppo dove lavoro. Da Kotler agli scenari futuri di marketing B2B (intelligenza artificiale, chatbot e realtà aumentata) abbiamo presentato diversi case study online o offline (ormai crossmediali) e il restyling dei materiali commerciali dei vari brand del nostro Gruppo, svolto anche grazie a EnAIP Novara e al collega e amico Franco Paglino.

Le parole chiave su cui la Prof.sa Musso, Umberto Fornara, CEO di FDUEG, ed io abbiamo insistito sono state: contenuti di valore, customizzazione, capacità di critica e analisi, il valore delle persone sia come colleghi, dipendenti e, infine, clienti. Gli studenti durante un role playing su una possibile campagna B2B ci hanno stupito con le loro idee.

Slow brand, Patrizia Musso

Dai primi anni Novanta è docente a contratto presso l’Università Cattolica (Milano), dove insegna brand communication crossmediale.

Dirige dal 2001 Brandforum.it, osservatorio culturale sul branding di riferimento a livello nazionale nel settore. Ha all’attivo numerosi articoli sui temi della comunicazione. Autrice per FrancoAngeli dal 2005, tra i volumi più recenti segnalo: Brand Reloading (2011), Slow Brand (2017).

Dal 2011 collabora con ALTIS come Senior Trainer riguardo alla valorizzazione comunicativa di iniziative di CSR, Welfare Aziendale, non profit. Dal 2014 è Coordinatore Didattico del Master in Account and Sales Management (ALMED/Centrimark). Dal 2017 è Direttore Scientifico di OBE – Osservatorio sul Branded Entertainment.

Ringrazio di cuore la Prof. per l’opportunità e per credere davvero nei suoi alunni, il board della mia azienda (Daniele, Gabriella, Umberto ed Enrico) per aver colto il valore di questo evento. Raccontare il lavoro che ami, in una cornice del genere, è davvero bello.

Grazie della tua attenzione, Enjoy 😉

Francesco Umberto Iodice

marketing b2b patrizia musso

La mia prima volta a Londra

La mia prima volta a Londra

Con IPS – Innovative Power Systems in esposizione al Data Center World presso il London ExCel, dal 20 al 23 marzo, è stata per me una grande esperienza di marketing e…di vita. 

Dopo qualche settimana torno a scrivere sul mio blog e lo faccio per raccontare una esperienza strepitosa che mi è capitata! Oltre che docente di Comunicazione e Linguaggi presso EnaIP Novara, da novembre, sono diventato Marketing Manager di un gruppo che opera nel mercato B2B nel settore nevralgico dell’energia. Questo è il primo vero post in cui ne parlo, per ora avevo solo inserito qualche cenno nella Bio, e lo faccio presentando una delle aziende del gruppo e le prime iniziative di comunicazione che abbiamo intrapreso.

IPS (Innovative Power Systems) è una azienda con sede in Birmingham (UK) che incorpora FDUEG e GPE, due aziende italiane che operano nel mercato dell’elettronica di potenza e producono componenti e sistemi di ingegneria rigorosamente made in Italy. In questi primi sei mesi di lavoro, ho conosciuto persone capaci e geniali, che mi hanno accolto in un’ambiente perfetto, facilitando in tutto il mio processo di inserimento. Avrò modo di approfondire in altre occasioni tutto, in questa voglio parlare della prima vera campagna di comunicazione che abbiamo fatto da quando è iniziata questa avventura.

IPS al Data Center World di Londra 2018

Presso l’Excel London (Exhibition Centre London) dal 21 al 22 marzo 2018, siamo stati tra i principali espositori al Data Center World: è la più importante fiera a livello mondiale riguardo i Data Center per tutto ciò che riguarda l’efficienza energetica, la progettazione e la costruzione, la sicurezza e l’automazione robotica, l’antincendio e la commutazione dei dati.

Abbiamo presentato i nostri prodotti, in particolar modo componenti hardware come trasformatori, convertitori, UPS, ATS e STS, BESS è molto altro. La fiera è stata l’occasione per presentare la TBC (Total Business Communication) e la nuova linea di comunicazione che il gruppo ha adottato: poco testo, più spazio all’immagine, prodotto al centro di ogni discorso, infografica con tutti i nostri prodotti divisi per settore di applicazione e un layout unico. Parola d’ordine: uniformità!
Si tratta di una strategia crossmediale customer oriented, perchè noi crediamo che “Customer is king”.

Scopri la Gallery di IPS UK Ltd al DCW di Londra

Ecco una gallery del nostro Stand al DCW 2018, coi nostri materiali di comunicazione: pop-up, company profile, brochure prodotti e gadget. Tra i gadget oltre alle pen drive, rigorosamente brandizzate per implementare il brand awereness, segnalo anche i gadget che abbiamo voluto in materiali riciclati, dalla carta del block notes e delle brochure alla penna… Il motivo? Rispettare la sostenibilità ambientale, dando l’esempio noi per primi, osservando gli obiettivi promossi da Agenda 2030  per lo Sviluppo Sostenibile, un programma d’azione per le persone, il pianeta e la prosperità sottoscritto nel settembre 2015 dai governi dei 193 Paesi membri dell’ONU. Perchè il messaggio alla base è che davvero le soluzioni ingegneristiche e i componenti di IPS permettono di rispettare l’ambiente abbassando gli sprechi energetici. Il green diventa quindi un obiettivo raggiungibile e non uno slogan con cui riempirsi la bocca, perchè fa moda, soprattutto nell’Italia post EXPO. Sapete… dopo tutti gli sforzi e le preoccupazioni delle ultime settimane, è stato emozionante vedere lo stand montato con tutti i materiali realizzati dalla A alla Z, a tempo di record insieme e grazie al mio insostituibile collega, Michele Secchia, un ingegnere molto capace anche nel marketing del prodotto… 😀 Per chi volesse saperne di più o curiosare, ecco il sito web di IPS UK Ltd: www.ipsinternational.co.uk!

La mia prima volta a Londra, la mia prima volta in Inghilterra…

La partecipazione al DCW di Londra è stata per me anche l’opportunità per visitare per la prima volta l’Inghilterra. Finora ero stato a Londra in due occasioni, sempre in scalo e senza mai mettere piede fuori dall’aeroporto. Ho potuto vedere davvero poco e in una sola mattinata perchè era un viaggio di lavoro, ma quel poco che ho visto mi ha molto colpito. E’ un Paese davvero interessante, organizzato e funzionante. Mi hanno colpito le pettorine coi catalifrangenti che ogni bambino delle elementari indossava durante una gita, la loro guida al contrario (io avrei fatto 3 morti e un ferito dopo il primo minuto…) e la vastità di Londra. Solo Lima in Perù mi è sembrata una città più estesa in dimensione. L’ultima mattina a Londra, venerdì 23 marzo, coi colleghi Francesco Pisani, Sales Manager di GPE e Emanuele Marafante, ingegnere e R&D di FDUEG, abbiamo fatto tappa ai luoghi turistici principali del centro di Londra: Buckingham Palace, Westminster e il Big Ben, il London Eye, London Bridge e ci è scappata anche una puntatina da Harrods

E’ stata come avrete capito una bellissima esperienza. Mi ha costretto a misurarmi con quello che ho sempre ritenuto il mio tallone d’Achille, l’inglese, e mi sono scoperto sorprendentemente più avanti di quanto credessi. E’ stata la spinta definitiva a motivarmi a impararlo in maniera professionale! Riuscivo a capire il 60%, e pazienza se avrò commesso diversi errori di pronuncia e di costruzione, ho rotto la barriera della paura di parlare in questa lingua: in fiera, in hotel, persino sull’aereo di ritorno, con una sconosciuta vicina di posto… 😉 Ma soprattutto mi ha fatto approfondire il mercato B2B di un settore così verticale come quello dell’energia, entrare meglio nelle dinamiche aziendali perchè tutto il viaggio è stato di per sè un percorso di team building che è fiorito in maniera naturale, e infine proprio all’ExCeL ho potuto anche partecipare come visitor alla fiera B2B Marketing Expo migliorando la mia formazione in ambito digital communication e facendo networking per il futuro nel mercato UK.

Per tutte queste ragioni ringrazio tutti i compagni di avventura e soprattutto la mia Azienda, davvero!!!

Grazie della tua attenzione, Enjoy😀
Francesco Umberto Iodice