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Francesco Iodice in Accademia di Belle Arti ACME

Francesco Iodice in ACME Accademia di Belle Arti Europea dei Media di Novara

Grazie alla Accademia di Belle Arti ACME Novara, il 2018 mi ha portato prima della fine un traguardo incredibile e inaspettato. Sono diventato Docente universitario di Marketing e Analisi di Mercato a soli 29 anni. E’ il coronamento di un percorso nel mio settore di lavoro, marketing & comunicazione, che mai avrei sperato.

Ero già felice dei miei interventi nelle lezioni del Prof. Bruno Lamborghini presso Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano nel Master in Marketing e Digital Communication di IAB Italia.

Ora ho davvero una grande opportunità grazie ad un Ateneo: l’Accademia di Belle Arti Europea dei Media – ACME di Novara, che mi ha assegnato come docente a contratto per l’a.a. 2018 – 2019 la cattedra di Marketing e Analisi di Mercato, presso il Dipartimento di Design. Si tratta di un corso annuale di 60 ore, diviso in due moduli.

E’ importante per me che io sia stato chiamato in questo Ateneo che opera nel campo della alta formazione artistica e musicale e delle arti visive in qualità di professionista del settore. Ma non lo prendo come un punto di arrivo: è un nuovo punto di partenza, uno stimolo per migliorarmi ancora di più e continuare a studiare e ad approfondire!

Il mio corso in ACME Accademia di Belle Arti europea dei media

Come sarà il corso? Da settimane nei weekend la parola d’ordine è una sola: slide. Cercherò di prendere spunto dalla mia esperienza e dalle lezioni dei miei docenti di Marketing in Cattolica, come la Prof.sa Patrizia Musso, il Prof. Giovanni Covassi e il Prof. Renato Fiocca. E poi, inutile dirlo per chi è del settore, Philip Kotler.

Ho moltissima voglia di mettermi in gioco e approfondire i miei metodi didattici, ma anche la mia materia. Sono convinto che i corsi accademici, come i corsi di formazione che tengo, debbano essere per loro natura un arricchimento co-creativo. So che molti docenti accademici, dall’alto delle loro giacche con le toppe, impolverate storceranno il naso… Ma “credo onestamente poche cose, in compenso molto chiare”, come sosteneva Fabrizio De Andrè: non esistono tuttologi, dei quali diffido sempre. E anche uno studente di 20 anni può avere un’idea o una riflessione che il “grande docente emerito”, potrebbe non avere. Per questo i momenti che più adoro, dopo ormai aver fatto le prime lezioni in ACME, sono i lavori di gruppo. Quando i ragazzi attorno a un tema, un brand o un case study di comunicazione, si mettono a discutere e io divento da docente, un moderatore. Lasciando spazio a chi dovrebbe essere il vero protagonista della scuola come dell’Università: lo studente, non il docente.

Perchè il marketing non è solo una disciplina economica. Marketing is a culture.

Grazie della tua attenzione, Enjoy😀

Francesco Umberto Iodice 

Giornalino scolastico in Enaip Novara, 1° edizione

E’ giugno e si è chiuso l’anno scolastico. Per chi come me fa il pendolare in auto, la chiusura delle scuole novaresi  si vede e si sente. Per me questo è stato il primo anno come docente di cattedra di Comunicazione e Linguaggi presso EnAIP Novara.

Coi miei studenti del corso di Operatore Grafico abbiamo studiato Letteratura (Dante, Petrarca, Boccaccio, ma anche De Andrè…), abbiamo fatto storia, ma soprattutto Marketing & Comunicazione, perchè il futuro di questi ragazzi sarà nel mio settore.

Oltre ai programmi scolastici, alle spiegazioni e alle interrogazioni, abbiamo fatto tre diversi progetti: un ciclo di incontri con esperti del settore, “pedagogia cooperativa” – un percorso artistico di riciclo di materiali in disuso e la prima edizione del giornalino scolastico dell’Enaip. In questo articolo voglio parlare proprio di quest’ultimo.

 

Come è nata l’idea?

Il motivo per cui ho proposto questo progetto era uno solo: costruire un ponte tra forme di scrittura prettamente scolastica e le attuali possibilità comunicative. Avevo letto questa frase in un resoconto – case history trovato su Internet fatto da alcuni ragazzi della DOL – Diploma On Line 2009/10. Incuriosito, ho presentato l’idea al Prof. Giovanni Mazzamurro, Responsabile Obbligo Istruzione di Enaip Novara, che ha accolto con entusiasmo e sostenuto convintamente l’idea: creare una testata pensata per i giovani, realizzata dai giovani e gestita dai giovani, sotto la supervisione di docenti e formatori esperti. Il progetto del Giornalino è nato così in autunno ed ha coinvolto per questo primo anno sperimentale solo le classi prime dell’Istituto. Per questo motivo devo ringraziare la collega e amica, Emanuela Fortuna, che ha collaborato con la prima del corso di Operatore meccanico. Ad aiutarmi a coordinare questo primo anno di prova, senza la quale molto non sarebbe stato possibile e che quindi ringrazio molto, è stata Alice Crugnetti, l’anno scorso mia studentessa della IV Operatore Grafico e quest’anno in servizio civile presso la sede di Novara di Enaip.

Tra gli altri docenti di Enaip che hanno dato preziosi consigli per il Giornalino ringrazio: la Prof.sa Lucia Mattu, Tutor del corso; i docenti di Grafica il Prof. Franco Paglino, la Prof.sa Maura Bissacco e il Prof. G.P. Colombo. 

Creata una redazione interna, con Dir. Resp. e vicedirettore eletti per votazione in classe, scelto dopo molte valutazioni il nome – TEN Tutto Enaip News -, quest’anno a curare l’impaginazione grafica è stato Andrea Ferro, studente di 2° Operatore Grafico che potete seguire su Instagram: _andreaferro_99. L’anno prossimo, se il progetto andrà avanti, verrà ampliata la redazione e creata anche la struttura di grafica interna.

Vuoi leggere online i giornalini di Enaip Novara?

Clicca sul link e si aprirà automaticamente… 😉 

Perchè fare un giornalino scolastico oggi?

La realizzazione di un giornalino scolastico rappresenta un’attività,  didattica ricca di potenzialità formative. Costituisce, infatti, una preziosa occasione per potenziare le competenze comunicative
degli alunni e, nel contempo, favorire la collaborazione per un obiettivo comune.
Scrivere per una platea più ampia, facendo ricorso a differenti tipologie testuali, incrementa notevolmente la motivazione ad esprimersi e a sperimentare forme di scrittura diverse di quelle
solitamente praticate tra le mura scolastiche.

E’ stata inoltre per i ragazzi occasione per avventurarsi in resoconti di attività scolastiche, condivisione delle loro passioni, invenzione di storie, attività di scrittura creativa, tutto quello che viene prodotto dai ragazzi e che, solitamente, resta “nascosto” nei loro quaderni ha avuto la possibilità di valicare le anguste mura delle aule. Un giorno sarebbe bello raggiungere anche la vasta platea del popolo della rete.

Inoltre oggi le tecnologie ICT costituiscono un valore aggiunto perché permettono di rinnovare questa attività collettiva incrementandone l’aspetto cooperativo e comunicativo. Questo vale anche a scuola, dove il computer diventa un mezzo per facilitare il lavoro di revisione dei testi e di impaginazione del giornalino, divenendo mezzo di inclusione e potenziamento dei ragazzi con difficoltà (leggi DSA) ma anche un amplificatore delle possibilità comunicative. Basta un computer e una connessione internet per avere accesso a notizie e informazioni utili o per condividere e pubblicare, in maniera immediata e diretta, il frutto del proprio lavoro.
Nell’era del web 2.0 il giornalino non può che essere inoltre multimediale: non solo semplici articoli corredati da immagini o fotografie, ma anche video e podcast che possono essere realizzati utilizzando le applicazioni disponibili gratuitamente online. E questa potrebbe essere la sfida per le prossime edizioni del TEN!

Il progetto di creare un giornale scolastico in Enaip Novara ha previsto un percorso strutturato atto a sviluppare una didattica attiva, interdisciplinare, basata sull’apprendimento learning by doing.  Insomma: un percorso volto a migliorare le capacità di scrittura e comprensione dei linguaggi comunicativi mediali ha avuto alla fine risultati valutati positivamente.

Gli obiettivi possono essere così elencati:

  • Creare un giornale scolastico gestito in autonomia dagli studenti con la supervisione dei Prof. e Tutor di Enaip Novara
  • Far collaborare gli allievi alla creazione di un giornale ufficiale dell’Ente
  • Educarsi reciprocamente all’impegno e al rispetto delle regole condivise
  • Acquisire competenze trasversali spendibili in ambiti formali e non formali, attraverso la realizzazione di un prodotto finale per futuro inserimento in CV
  • Promuovere la partecipazione di ogni studente, anche con disabilità
  • Migliorare la comunicazione interna in classe
  • Migliorare la comunicazione esterna dell’Ente Enaip Novara verso genitori, testate locali e territorio
  • Apprendere regole base di normario editoriale e dei programmi di grafica
  • Migliorare la responsabilità sociale dei partecipanti
  • Sperimentare la condivisione del processo decisionale (conoscere, approfondire, analizzare, scegliere, decidere in modo cooperativo, valutare)
  • Acquisire capacità di cooperazione e condivisone nella realizzazione di un progetto determinato e relativo prodotto finale

Sfruttando le mie competenze e gli anni da giornalista, soprattutto durante l’Università, ho cercato di insegnare anche le regole del giornalismo e della scrittura che ho imparato soprattutto nelle esperienze ad “Avvenire” (testata cartacea) e durante il mio stage a ilfattoquotidiano.it (testata online, una delle migliori in Italia – dati Audiweb – e esperienza ricca di bellissimi ricordi in una redazione fantastica).

Infine in questo primo anno è intervenuto a dare ai ragazzi una mano molto grande, Gianmaria Balboni, Direttore Responsabile di FreeNovara e FreeNovara.it. Non aggiungo altro su di lui: chi lo conosce a Novara, conosce la sua  inesauribile verve…

Prospettive future

A fine anno, si tirano le conclusioni. Dal punto di vista grafico, come avrete visto stiamo lavorando per trovare il layout migliore e molto possiamo migliorare ancora ma… Molti hanno scoperto un mondo nuovo, qualcuno è migliorato grazie alla regola delle 5 WTutti hanno scritto sul giornalino scolastico (studenti disabili inclusi)! Questo era il vero scopo: far partecipare tutti gli studenti!

Pubblico qui il mio primo ed unico articolo pubblicato sul TEN – Tutto Enaip News. Dà un senso particolare leggere più che un pezzo, una lettera di speranza, a distanza di qualche mese. Ma se guardo a quanto fatto, sono convinto di aver piantato un seme. Se sarà una bella pianta, un albero o solo un piccolo semplice fiore, lo vedremo l’anno prossimo…

Grazie della tua attenzione, Enjoy😀
Francesco Umberto Iodice

TEN, come sarà il giornale dei nostri ragazzi
Tutti possono scrivere sul giornale da soli o in gruppo. Presto partirà un ciclo di incontri con giornalisti e scrittori in Enaip Novara 
Quando nasce un progetto pensato dai giovani, realizzato dai giovani e gestito dai giovani non manca di sicuro l’entusiasmo! “Un giornale che è fedele al suo scopo si occupa non solo di come stanno le cose, ma di come dovrebbero essere”, sosteneva Joseph Pulitzer. È propria dei ragazzi la voglia di cambiare il mondo e raccontarlo con uno sguardo spontaneamente rivolto al futuro.
Affinchè tutto l’impegno degli studenti e delle studentesse di Enaip Novara non venga sprecato, è necessario - soprattutto durante la prima fase – avere qualche riferimento in più.
Come responsabile del progetto, spero davvero che questo testata interna possa essere per tutti gli alunni del triennio una bella avventura. Sono convinto che rappresenterà una grande occasione per cooperare e imparare cose nuove, divertendoci. Dichiaro sin da ora la linea editoriale: la possibilità di scrivere articoli sul giornale è aperta a tutti, da soli o in gruppo.
Dopo il secondo numero verrà creata una redazione con ragazzi e ragazze che rappresentino ognuna delle classi presenti nel Centro. Sarà la redazione del TEN: un gruppo di alunni scelto per competenze e voglia di impegnarsi e collaborare, che col tempo dirigerà il giornale sempre più autonomamente.
Speriamo di riuscire a portare in Enaip diversi professionisti, iscritti all’Albo dell’Ordine dei Giornalisti, per creare un ciclo di incontri formativi. Lo scopo di ogni appuntamento sarà rubare un po’ le regole e i segreti del mestiere e migliorare attraverso i loro consigli la grafica e l’impaginazione del giornale e le capacità di scrittura degli studenti.
Per seguire e coordinare tutte le attività di “Tutto Enaip News” è stata scelta dall’Istituto Alice Grugnetti. Alice ha 20 anni, ha frequentato Enaip Novara l’anno scorso. Oggi si occupa di vari progetti presso l’Ente nell’ambito del Servizio Civile.
Da dicembre 2017 è iniziato un cammino per raccontare la nostra scuola, la realtà in cui viviamo e come i nostri ragazzi sognano il futuro. A tutti noi, ai ragazzi e ragazze, alle loro famiglie, ai docenti e ai formatori che fanno e faranno parte del nostro percorso auguro buon viaggio!


Prof. Francesco Umberto Iodice
1^ Grafici e 1^ Elettricisti

Corso di formazione ECM in Ospedale Maggiore di Novara per FNOPI

In occasione della Giornata internazionale dell’Infermiere, ho partecipato come docente al corso di formazione ECM organizzato da FNOPI. La Federazione nazionale degli Ordini delle Professioni Infermieristiche (fino al 15 febbraio 2018 dei Collegi Ipasvi) è un ente di diritto pubblico non economico. Il suo ruolo è molto importante: lo Stato infatti delega alla Federazione la funzione, a livello nazionale, di tutela e rappresentanza della professione infermieristica nell’interesse degli iscritti e dei cittadini fruitori delle competenze che l’appartenenza a un Ordine di per sé certifica. L’organo di vigilanza della Federazione è il Ministero della Salute.

Perchè si celebra la giornata il proprio 12 maggio? Il 12 maggio 1820 è nata Florence Nightingale, fondatrice delle Scienze infermieristiche moderne. L’International Council of Nurses (l’Icn è una Federazione di più di 130 Associazioni nazionali infermieristiche, che rappresentano più di 13 milioni di infermieri nel mondo) ricorda questa data celebrando in tutto il mondo la Giornata internazionale dell’Infermiere.

In occasione di questa commemorazione la federazione di Novara e VCO ha voluto organizzare un corso di formazione accreditato Ecm a Novara, presso l’Aula Magna AOU (Azienda Ospedaliero Universitaria) dell’Opsedale “Maggiore della Carità” – Corso Giuseppe Mazzini, 18.

Ringrazio tutto l’Ordine per l’invito che mi hanno rivolto nella figura della Presidente, Dott.sa Paola Sanvito, del Consigliere Dott. Mattia Chiuchiolo e della Responsabile formazione, la Dott.sa Daniela Vadalà.  E l’amico Dott. Emanuele Coppini per le splendide foto!

Sono sempre contentissimo di partecipare a un corso di formazione, ancora di più di tenerlo come relatore, ma stavolta la felicità è stata tripla perchè per la prima volta sono riuscito a tenerlo nell’aula magna dell’ospedale nella mia città, Novara! E’ una strana tradizione quella per cui io riesca a fare cose importanti più a Roma, Torino o Milano (dove dovrei trovare più difficoltà di accreditamento), rispetto alla mia piccola Novara… Ma dopo il corso tenuto nell’Aula Magna delle Molinette di Torino a novembre 2017, finalmente sono riuscito anche a farlo nella mia città!

Il secondo motivo è personale: mio padre è stato infermiere, una volta si diceva professionale. Terzo, ma stavolta per ordine di importanza, è stata per me un’occasione preziosa per conoscere la federazione dell’Ordine più a fondo: ed è stata una grande sorpresa!

Il corso rivolto in particolare agli infermieri pediatrici ci ha permesso di mostrare e approfondire il ruolo dell’infermiere nei confronti dei pazienti più piccoli tra competenza, formazione e appunto comunicazione.

Come dico sempre in ogni mio corso, “Vengo a voi non per insegnarvi dall’alto della mia scienza infusa, ma per imparare insieme a voi“, è questa giornata ha confermato questa mia posizione: è stato così. Ho potuto ascoltare prima della mia parte specialisti e professionisti che insegnano in Università prestigiose e nelle corsie di molti ospedali, che curano con passione, dedizione e una professionalità sempre in costante aggiornamento e continua formazione i pazienti più difficili: i nostri bambini.

E ho particolarmente apprezzato lo spirito dell’Ordine, fatto prima di tutto da persone, che  vivono il proprio lavoro nei confronti dei bambini sofferenti come una missione. Bellissimo a tal proposito prima del aperitivo insieme e del concerto per festeggiare la giornata dell’infermiere, lo spazio dedicato alle associazioni che in corsia lottano per la salute e soprattutto la qualità della vita dei piccoli pazienti, lasciando loro sempre il sorriso come: Abio – Associazione per il bambino in Ospedale; Cuore di Maglio, EDO’s Smaile; La Leoncina Gaia;  NEO-N; UGI – Unione Genitori Italiani; Pianeta dei Clown. Particolarmente toccante e di esempio è stato il momento dopo il video che mostrava l’avanzare della malattia di una bambina coraggiosa, Gaia, dopo le parole emozionate ed emozionanti del papà che ringraziava per le cure e l’umanità che da anni riceve la sua bambina, ho visto moltissimi in sala asciugarsi le lacrime. Ma subito dopo grazie all’intervento dei rappresentanti del Pianeta dei Clown – Associazione che si ispira alla figura di Patch Adams e pratica la Terapia del sorriso nella nostra provincia, stabilire il principio che la malattia anche quando colpisce i più piccoli va combattuta con coraggio e senza far mai mancare al paziente la tenerezza, la magia e il sorriso come dovrebbe essere per ogni bambino durante la sua infanzia. E come sostiene Patch Adams non è fondamentale curare ove possibile solo la malattia, ma soprattutto prendersi cura della persona. E della sua famiglia.

  • INTRODUZIONE AL CORSO E PRESENTAZIONE DEGLI OBIETTIVI
    Docente: SANVITO PAOLA, Presidente FNOPI NO e VCO
  • L’INFERMIERE PEDIATRICO TRA PRESENTE E FUTURO. COME RISPONDERE ALLE NUOVE ESIGENZE ASSISTENZIALI.
    Docente: BONINO MARISA
  • CONTINUITÀ UNIVERSITÀ MONDO DEL LAVORO NAZIONALE ED ESTERO.
    Docente: DI BELLA ROSINA
  • LA CURA EXTRA OSPEDALIERA, LE NUOVE FRONTIERE PEDIATRICHE
    Docente: CHIUCHIOLO MATTIA
  • IL PUNTO DI VISTA DELL’ORDINE SULL’ASSISTENZA IN ETÀ PEDIATRICA
    Docente: FASOLINI GABRIELE
  • IL MINORE IN COMUNICAZIONE
    Docente: IODICE FRANCESCO UMBERTO
  • IL SUPERAMENTO DELL’ETÀ PEDIATRICA
    Docente: COSTAMAGNA GRAZIELLA

Per tutte queste ragioni a tutti gli infermieri partecipanti, uditori e docenti, ho augurato di lasciare la loro impronta come chiedeva lo slogan della giornata di quest’anno sui loro pazienti e colleghi. E come faccio sempre, perchè credo sia una scena da brividi, di uno dei miei attori preferiti Robin Williams, ho chiuso il mio speech con le parole di Patch Adams, sul valore della relazione col paziente e della comunicazione come parte della migliore terapia.

“Cos’ha la morte che non va? Di cosa abbiamo così mortalmente paura? Perché non trattare la morte con un po’ di umanità e dignità e decenza e, Dio non voglia, perfino di umorismo? Signori, il vero nemico non è la morte. Vogliamo combattere le malattie? Combattiamo la più terribile di tutte: l’indifferenza.

Nelle vostre aule ho assistito a disquisizioni sul transfert e la distanza professionale. Il transfert è inevitabile, signore. Ogni essere umano ha un impatto su di un altro. Perché vogliamo evitarlo in un rapporto paziente-medico?

È sbagliato quello che insegnate nelle vostre lezioni, la missione di un medico non deve essere solo prevenire la morte ma anche migliorare la qualità della vita. Ecco perché se si cura una malattia si vince o si perde… se si cura una persona vi garantisco che, in quel caso, si vince qualunque esito abbia la terapia.

Qui vedo oggi un’aula piena di studenti di medicina. Non lasciatevi anestetizzare, non lasciatevi intorpidire di fronte al miracolo della vita. Vivete sempre con stupore il glorioso meccanismo del corpo umano. Questo deve essere il fulcro dei vostri studi e non la caccia ai voti che non vi daranno alcuna idea di che tipo di medico potrete diventare.

Signore io voglio fare il medico con tutto il mio cuore. Io volevo diventare medico per assistere il mio prossimo, e per questo motivo ho perso tutto, però così ho anche guadagnato tutto: ho condiviso le vite dei pazienti e del personale dell’ospedale, abbiamo riso insieme e pianto insieme. Questo è ciò che voglio fare nella mia vita. E Dio mi sia testimone, comunque decidiate oggi, signori, guarderò ancora con fiducia il mio scopo: diventare il miglior medico che il mondo abbia mai visto. Voi avete la facoltà di impedire che io mi laurei, potete impedirmi di ottenere il titolo, il camice bianco, ma non potete controllare il mio spirito, non potete impedirmi di apprendere, non potete impedirmi di studiare. A voi la scelta: avermi come collega di lavoro, passionale, oppure avermi come voce fuori dal coro, sincera e determinata. In entrambi i casi verrò forse considerato una spina, ma vi prometto una cosa: sarò una spina che non riuscirete a togliere.”

Grazie della tua attenzione, Enjoy😀
Francesco Umberto Iodice

Il mio secondo viaggio nei USA (video)

Sono ritornato dagli Stati Uniti. La vita è ripresa tra cose positive come il lavoro, in Azienda come a scuola dai miei ragazzi e lo studio ;-D e allucinanti come il mio Milan che avevo lasciato in lotta Champions e ora ritrovo in lotta per entrare solo per in Europa League… 🙁

Ho aspettato a scrivere sulla mia esperienza perchè volevo farla maturare dentro di me. Quando vai a fare un viaggio – e non una vacanza – speri sempre che quel tempo trascorso in un altro Paese ti cambi in qualche modo: ti lasci qualcosa.

Allora cosa mi porto dietro da questa esperienza USA 2.0 ?!

Rispetto alla mia prima volta negli USA, a Los Angeles nel 2016, ho trascorso più tempo e visto più città. La scorsa volta sono stato a L.A. con un viaggio-fuga inventato in fretta e furia in sole due settimane per accompagnare la mia ragazza Alice, che aveva vinto un premio importante ai Proto Awards.  Avevo scoperto per la prima volta il Sogno Americano, con tutta la sua magia e le sue contraddizioni.

Anche stavolta il motivo principale del mio viaggio è stato sempre Alice. Il 4 aprile ha tenuto una Ted Talk presso il Dipartimento di Psicologia alla Penn University di Philadelfia, davanti al Professore Martin Seligman. Il Prof. Seligman è una delle menti più famose a livello mondiale e fondatore della Psicologia Positiva. Fare ricerca in un Paese come l’Italia – lo dico dopo aver avuto nel mio piccolo incarichi pubblici e politici tra Comune di Novara e Anci – non è facile. Siamo un Paese che non crede nelle proprie eccellenze e ancor meno nei giovani, vedi i frequenti tagli di ogni Governo alla Ricerca… Per questo motivo sono fiero dei risultati di Alice e del team in cui lavora, perchè so quanta fatica, impegno e soprattutto sacrificio, mette per dimostrare il proprio valore. E quando la tua ragazza va a fare un periodo all’estero nel centro di ricerca più famoso nel suo campo, non puoi fare altro che seguirla! <3

Attorno a questo appuntamento, pur dando totale priorità al suo lavoro, abbiamo così costruito un breve viaggio sulla East Coast USA. Abbiamo visto tre città: Philadelfia, New York e Washington!!

Philadelphia

Le tappe principali sono state al Centro di Psicologia Positiva della Penn University, dove oltre all’intervento di Alice, ho potuto approfittare di ogni momento per parlare con ricercatori e professori di grandissimo livello. E’ stato un momento di grande formazione e un’occasione per migliorare il mio inglese, in ascolto e pronuncia. Essendo poi il Centro legato alla Psicologia della Comunicazione, ho vissuto più da vicino le mie passioni e ho potuto approfittare della cordialità di alcuni colleghi di Alice, per consigli sui libri e ricerche più innovative sulla Comunicazione e la Psicologia applicata al Marketing: un bel colpo di fortuna per il mio lavoro e i prossimi corsi di formazione che farò!

Ma Philadelfia o Philly, come la chiamano con affetto i suoi cittadini, è anche la città del mio film preferito: Rocky. Confesso che per quanto dopo il primo ogni film sia sempre più scaduto nel trash, io sono un Rocky lover. Adoro Sylverster Stallone, credo che ci sia qualcosa di Rocky in ognuno di noi, e mi gaso sempre come quando avevo 15 anni quando sento Eye of the tiger dei Survivor. Perciò prima del viaggio mi sono fatto la maratona dei Rocky (incluso lo spin off di Creed…). La prima tappa in città non poteva che essere una corsa lungo il fiume Schuylkill fino alla scalinata dell’Art Museum dove non potevo evitare la mitica salita di corsa. 😉

Altro momento emozionante a Philly è stato camminare sul prato dell’Independence Hall, edificio inserito tra i Patrimoni dell’umanità che si trova su Chestnut Street, tra la 5° e la 6° Strada, dove vennero discussi e firmati la Dichiarazione di Indipendenza degli Stati Uniti, gli Articoli della Confederazione e la Costituzione degli Stati Uniti.

Washington D.C.

A sole tre ore di pulman da Philly, abbiamo fatto una gita di un giorno a Washington. Lo consiglio vivamente a tutti se siete già nei pressi, perchè è comoda da visitare (tutti gli edifici principali sono nel raggio 15 km appena esci dalla stazione centrale) e per gli amanti della serie televisiva House of Cards, sembrerà di rivivere in luoghi e strade già percorsi. Inoltre è la sede del Parlamento, (il Campidoglio), del National Art Museum rigorosamente gratuito (dove l’arte italiana di ‘300 e ‘400 fa da padrona e dell’autoritratto di Van Gogh e diversi dipinti di Pablo Picasso). Mi è piaciuto molto il sistema americano di impegna – con lavori socialmente utili – i pensionati. Sono i custodi del museo e invece di stare a casa, sono così attivi durante le loro giornate, integrando la pensione.

New York (NYC)

La vera tappa sorpresa del viaggio. Confesso che durante i giorni a New York sono stato avvolto da un senso di stordimento e alienazione. Grattacieli di 60 piani da togliere il fiato, ma anche i rapporti a misura d’uomo, luci e segnaletiche che nemmeno a Natale… e il tipico senso di frenesia che pervade la Grande Mela, non mi erano piaciute molto. Ma ora al ritorno, a bocce ferme, devo ammettere che è stata un’esperienza incredibile. Abbiamo alloggiato  un po’ per destino, un po’ per caso in centro Manhattan, in un grattacielo lussuoso, a fianco della Trump Building, con vista sulla Statua della Libertà dal piano alto al 50°.

Abbiamo corso per le strade di Broadway, scoperto di essere gli unici veri italiani a Little Italy, mangiato a ChinaTown, passeggiato per le vie di un Central Park innevato e fatto shopping peggio di Carrie Bradshaw… 😉

Tra tutte le esperienze quelle che ricordo con più affetto sono la visita al MOMA – Museo di Arte Moderna, custode della Notte Stellata di Van Gogh, di quadri noti di Jackson Pollock e Pablo Picasso.

Times Quare – non è una via nè una piazza: è il centro dell’americanità o americanata. Avevo scritto dopo il mio primo viaggio, che gli USA sono entertainment e Times Quare ne è la prova provata. Luci, maxischermi, ostentazione. Tutto ti fa credere di vivere in un mondo di brand e consumo. Eppure mi ha davvero colpito, immaginarci lì a mezzanotte di capodanno insieme a milioni di newyorkesi è stato davvero suggestivo.

E infine la gita sul Ferryboat da Manhattan verso il quartiere italiano e ritorno. Vedere la Statua della Libertà, non per il monumento in sè, ma immaginando gli occhi di tutti coloro che nel ‘900 arrivavano negli USA in cerca di un futuro migliore per sè e le proprie famiglie, mi ha molto colpito. Molti di questi erano italiani come noi. Vedere poi Manhattan di notte dal battello illuminata, accendersi tra le onde increspate, regala non solo foto da cartolina, ma proprio emozioni uniche. Faceva 1° e col vento contro si gelava, ma non sono riuscito a non farla tutta in piedi appoggiato alla ringhiera con gli occhi illuminati miglio dopo miglio dai grattacieli di New York, luci nella notte.

Il viaggio come avrete ormai capito è stato E N T U S I A S M A N T E. Ciò che la reso speciale però è stato farlo con Alice. Sarà per sempre un bellissimo ricordo.

Grazie della tua attenzione, Enjoy😀
Francesco Umberto Iodice

La mia prima volta a Londra

La mia prima volta a Londra

Con IPS – Innovative Power Systems in esposizione al Data Center World presso il London ExCel, dal 20 al 23 marzo, è stata per me una grande esperienza di marketing e…di vita. 

Dopo qualche settimana torno a scrivere sul mio blog e lo faccio per raccontare una esperienza strepitosa che mi è capitata! Oltre che docente di Comunicazione e Linguaggi presso EnaIP Novara, da novembre, sono diventato Marketing Manager di un gruppo che opera nel mercato B2B nel settore nevralgico dell’energia. Questo è il primo vero post in cui ne parlo, per ora avevo solo inserito qualche cenno nella Bio, e lo faccio presentando una delle aziende del gruppo e le prime iniziative di comunicazione che abbiamo intrapreso.

IPS (Innovative Power Systems) è una azienda con sede in Birmingham (UK) che incorpora FDUEG e GPE, due aziende italiane che operano nel mercato dell’elettronica di potenza e producono componenti e sistemi di ingegneria rigorosamente made in Italy. In questi primi sei mesi di lavoro, ho conosciuto persone capaci e geniali, che mi hanno accolto in un’ambiente perfetto, facilitando in tutto il mio processo di inserimento. Avrò modo di approfondire in altre occasioni tutto, in questa voglio parlare della prima vera campagna di comunicazione che abbiamo fatto da quando è iniziata questa avventura.

IPS al Data Center World di Londra 2018

Presso l’Excel London (Exhibition Centre London) dal 21 al 22 marzo 2018, siamo stati tra i principali espositori al Data Center World: è la più importante fiera a livello mondiale riguardo i Data Center per tutto ciò che riguarda l’efficienza energetica, la progettazione e la costruzione, la sicurezza e l’automazione robotica, l’antincendio e la commutazione dei dati.

Abbiamo presentato i nostri prodotti, in particolar modo componenti hardware come trasformatori, convertitori, UPS, ATS e STS, BESS è molto altro. La fiera è stata l’occasione per presentare la TBC (Total Business Communication) e la nuova linea di comunicazione che il gruppo ha adottato: poco testo, più spazio all’immagine, prodotto al centro di ogni discorso, infografica con tutti i nostri prodotti divisi per settore di applicazione e un layout unico. Parola d’ordine: uniformità!
Si tratta di una strategia crossmediale customer oriented, perchè noi crediamo che “Customer is king”.

Scopri la Gallery di IPS UK Ltd al DCW di Londra

Ecco una gallery del nostro Stand al DCW 2018, coi nostri materiali di comunicazione: pop-up, company profile, brochure prodotti e gadget. Tra i gadget oltre alle pen drive, rigorosamente brandizzate per implementare il brand awereness, segnalo anche i gadget che abbiamo voluto in materiali riciclati, dalla carta del block notes e delle brochure alla penna… Il motivo? Rispettare la sostenibilità ambientale, dando l’esempio noi per primi, osservando gli obiettivi promossi da Agenda 2030  per lo Sviluppo Sostenibile, un programma d’azione per le persone, il pianeta e la prosperità sottoscritto nel settembre 2015 dai governi dei 193 Paesi membri dell’ONU. Perchè il messaggio alla base è che davvero le soluzioni ingegneristiche e i componenti di IPS permettono di rispettare l’ambiente abbassando gli sprechi energetici. Il green diventa quindi un obiettivo raggiungibile e non uno slogan con cui riempirsi la bocca, perchè fa moda, soprattutto nell’Italia post EXPO. Sapete… dopo tutti gli sforzi e le preoccupazioni delle ultime settimane, è stato emozionante vedere lo stand montato con tutti i materiali realizzati dalla A alla Z, a tempo di record insieme e grazie al mio insostituibile collega, Michele Secchia, un ingegnere molto capace anche nel marketing del prodotto… 😀 Per chi volesse saperne di più o curiosare, ecco il sito web di IPS UK Ltd: www.ipsinternational.co.uk!

La mia prima volta a Londra, la mia prima volta in Inghilterra…

La partecipazione al DCW di Londra è stata per me anche l’opportunità per visitare per la prima volta l’Inghilterra. Finora ero stato a Londra in due occasioni, sempre in scalo e senza mai mettere piede fuori dall’aeroporto. Ho potuto vedere davvero poco e in una sola mattinata perchè era un viaggio di lavoro, ma quel poco che ho visto mi ha molto colpito. E’ un Paese davvero interessante, organizzato e funzionante. Mi hanno colpito le pettorine coi catalifrangenti che ogni bambino delle elementari indossava durante una gita, la loro guida al contrario (io avrei fatto 3 morti e un ferito dopo il primo minuto…) e la vastità di Londra. Solo Lima in Perù mi è sembrata una città più estesa in dimensione. L’ultima mattina a Londra, venerdì 23 marzo, coi colleghi Francesco Pisani, Sales Manager di GPE e Emanuele Marafante, ingegnere e R&D di FDUEG, abbiamo fatto tappa ai luoghi turistici principali del centro di Londra: Buckingham Palace, Westminster e il Big Ben, il London Eye, London Bridge e ci è scappata anche una puntatina da Harrods

E’ stata come avrete capito una bellissima esperienza. Mi ha costretto a misurarmi con quello che ho sempre ritenuto il mio tallone d’Achille, l’inglese, e mi sono scoperto sorprendentemente più avanti di quanto credessi. E’ stata la spinta definitiva a motivarmi a impararlo in maniera professionale! Riuscivo a capire il 60%, e pazienza se avrò commesso diversi errori di pronuncia e di costruzione, ho rotto la barriera della paura di parlare in questa lingua: in fiera, in hotel, persino sull’aereo di ritorno, con una sconosciuta vicina di posto… 😉 Ma soprattutto mi ha fatto approfondire il mercato B2B di un settore così verticale come quello dell’energia, entrare meglio nelle dinamiche aziendali perchè tutto il viaggio è stato di per sè un percorso di team building che è fiorito in maniera naturale, e infine proprio all’ExCeL ho potuto anche partecipare come visitor alla fiera B2B Marketing Expo migliorando la mia formazione in ambito digital communication e facendo networking per il futuro nel mercato UK.

Per tutte queste ragioni ringrazio tutti i compagni di avventura e soprattutto la mia Azienda, davvero!!!

Grazie della tua attenzione, Enjoy😀
Francesco Umberto Iodice

3000 volte grazie !!!

3000 volte grazie !!!

Dal 10 febbraio a oggi il mio sito-blog ha ricevuto ben 1000 visite vere. E’ una crescita costante, senza comprare click o fare campagne sponsorizzate. Del resto, non avrebbe senso nè valore! 😉

Proprio per questo motivo ci tengo a ringraziare ogni singolo utente che ha voluto visitare per la prima volta o mi ha iniziato a seguire e ritorna sul blog tramite i vari punti di contatto: wordpress, facebook, linkedin e twitter.
Inizio addirittura a riscontrare dalle analisi metriche che qualcuno atterra sul mio sito dopo ricerca specifica su Google. Ovviamente non sono moltissimi, ma vi posso assicurare che per me che qualcuno mi cerchi online e googli il mio nome è davvero una bella sorpresa.

Se qualcuno volesse leggere i miei ultimi pezzi segnalo qui sotto dal post più vecchio al più recente i link:

Grazie della tua attenzione, Enjoy😀
Francesco Umberto Iodice

Vi racconto il mio Corso di formazione ECM a Torino… con Gallery

Il mio Corso di formazione ECM a Torino…

Oggi, 16 febbraio 2018, ho tenuto un corso di formazione. Sono tornato dopo l’esperienza pazzesca fatta a Novembre 2017 del corso in Aula Magna, all’Ospedale Le Molinette, ancora una volta a Torino. Stavolta il corso, che è accreditato dal Ministero della Salute con crediti ECM, “COMUNICAZIONE EFFICACE: TECNICHE E CONSIGLI” si è tenuto all’Ospedale S. Giovanni Bosco – Piazza Donatori del Sangue 3.

 

 

Ogni volta è come se fosse la prima, nonostante ne abbia già fatti “abbastanza”… La sera che precede un corso sono sempre agitato, non per il pubblico, ma perchè mi chiedo se sarò in grado di rendere il corso da IN-formativo a FORMATIVO.

FARE FORMAZIONE,
NON INFORMAZIONE

Sembra un gioco di parole, e invece e questo il nodo che dimostra se un corso verrà bene o no. I corsi informativi sono quelli in cui un Solone sceso dagli Dei, con in mano chissà quale verità, getta nozioni a una massa di persone che ascolta in modo attento o passivo, sul modello della Teoria dell’Ago Ipodermico (Magic Bullet Theory) di Harold Lasswell per intenderci.

I corsi di formazione, per come li intendo io e per come mi piace strutturarli, devono essere partecipati, interattivi, e lasciare a fine giornata qualche spunto di riflessione. Io generalmente mi rendo conto se un corso viene bene o meno dalla scaletta. Se già verso fine mattinata è saltata, vuol dire che è un successo! 😀

Il corso di oggi è stato a giudicare dalla agenda che non ho rispettato per nulla, causa continui interventi e domande, un successone! L’argomento che ha sollevato più interventi oggi è stato il tema della libertà di stampa. 

Secondo voi c’è libertà di stampa in Italia?

Oggi noi ne abbiamo parlato a lungo… Così come abbiamo toccato temi di Diritto dell’informazione e della privacy, Sociologia dei mass media e Marketing & Digital communication. Ma anche i topic di Facebook e i Social Media hanno interessato molto il gruppo che ha lavorato molto bene sia singolarmente che nei lavori di gruppo. In più ho come sempre portato l’esempio di comunicazione e coerenza di Josè Pepe Mujica, ex presidente dell’Uruguay, che amo come pochi e che sorprende sempre la platea quando racconto la sua storia e la sua azione politica.

Ringrazio, non per dovere ma sinceramente, tutti i corsisti per la loro partecipazione e attenzione, la Dott.sa Maurizia Sezzano, per la sua preziosa parte del corso sulla comunicazione coi pazienti, la segreteria provinciale Fials di Torino e quella regionale di Fials Piemonte per la perfetta organizzazione. E’ stata un’altra grande esperienza per me per imparare da “dilettante professionista” – come dice il grande Marco Monty Montemagno – ancora di più su quel tema che tanto mi appassiona, la comunicazione.

Grazie della tua attenzione, Enjoy😀
Francesco Umberto Iodice

 

2000 visite al mio blog, grazie a tutti!

Questo non è un articolo, ma un ringraziamento a tutti coloro che hanno voluto leggermi in queste settimane. Questo Blog che ho ripreso a scrivere da gennaio 2018 con l’articolo NUOVO BLOG, NUOVA AVVENTURA dallo scorso 5 gennaio ha fatto molta strada…

Grande traguardo per questo blog. Abbiamo raggiunto le prime 2000 visite ufficiali!

Il 24 aprile 2016 avevo aperto questa piattaforma un po’ per gioco, un po’ per prova. L’avevo fatto da solo (e se ne vedono ancora oggi tutti i limiti…). Poi avevo un po’ abbandonato l’idea di scrivere, fino a fine 2017, quando ho voluto rimettere in moto questo sito internet.

Ricordo ancora la sorpresa che avevo provato a un mese esatto dalla messa online per le le prime 500 visite!!! Come quella per le 1500 visite nel 2018. Perciò oggi come allora:

Grazie a ognuno dei 2000 utenti che ha voluto dedicare il suo tempo, non avrei mai sperato questi numeri

E lancio un sondaggio: c’è qualche argomento che preferite? Qualcosa sulla quale discutere tutti insieme? Oppure avete consigli o critiche (perchè sono ben accette anche quelle!) da darmi?

 

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Grazie della tua attenzione, Enjoy😀
Francesco Umberto Iodice

Shoah, giorno della Memoria. Si può fare comunicazione sull’Olocausto?

Nel giorno della memoria, la giornata in cui si ricordano le vittime dell’Olocausto e del nazismo, il rischio di banalizzare una delle più grandi macchie dell’umanità è grande.

Il 27 gennaio 1945 le truppe sovietiche dell’Armata Russa, impegnate nella offensiva Vistola-Oder in direzione della Germania, arrivarono nei pressi di Auschwitz. Questa città polacca era sede dell’enorme campo di concentramento e sterminio utilizzato nel corso del genocidio nazista. I russi liberarono i superstiti.

L’apertura dei cancelli di Auschwitz, come ricorda Wikipedia, fu fondamentale anche perchè “mostrò al mondo intero non solo molti testimoni della tragedia, ma anche gli strumenti di tortura e di annientamento utilizzati in quel lager nazista”.

Non voglio fare l’ennesimo post storico e politicamente corretto sull’orrore della Guerra, ma mi piacerebbe fare una riflessione con gli occhi di chi studia le tecniche di comunicazione.

Una campagna che ho molto apprezzato su questo tema, l’ho scoperta su un vecchio articolo su www.ilpost.it. E’ una campagna di comunicazione provocatoria realizzata da Archi’s Comunicazione per Regione Umbria.

L’obiettivo di questa campagna, dichiaratamente social (siamo nel pieno boom di Facebook) era attraverso frasi o domande molto brevi far riflettere sul dramma. Personalmente, mi ha sempre colpito che sia avvenuto solo pochi anni fa, 73 anni oggi. So che molti non apprezzano il ricordo e applicare le regole della comunicazione anche a tragedie simili, però non l’ho trovata offensiva della dignità dei morti mostrati. Non meno, per esempio, delle ultime campagne per la fertilità delle vacche ordita dalla “pubblicità progresso secondo Beatrice Lorenzin”. Quella sì, che se fossi una ragazza, una donna e già una mamma mi avrebbe offeso. La commissione pubblica da parte di una regione che amo, l’Umbria, certifica l’originale intento didascalico da leggere nell’ambito di una diffusione sui Social Network.

Quando ero a scuola, alle medie, al liceo classico e infine all’Università preparando l’esame di Italiano 3, ho sempre preferito la richiesta di Primo Levi di mantenere alta la memoria di quanto accaduto, rispetto alla nostrana preghiera alla dimenticanza. Dobbiamo ricordare sempre il passato, perchè come asserivano i latini: historia magistra vitae

E quindi rispondendo alla domanda nel titolo, cosa che se fosse un pezzo giornalistico non avrei mai potuto fare (ma questo è un blog!): sì, si può e, secondo me, entro certi limiti si deve fare comunicazione anche sulla Shoah. Abbiamo bisogno anche di qualche immagine scomoda, che ci possa umiliare in quanto persone civili (anche se incolpevoli di questa tragedia) perchè non accada mai più. E non si chiudano gli occhi non volendo guardare a quei Paesi del terzo mondo dove le pulizie etnico-religiose avvengono ancora. Pensiamo per esempio ai nostri fratelli cristiani nell’Africa nera…

Preferisco di fronte a drammi come l’olocausto non girare la testa e chiedermi se coloro che hanno compiuto tali violenze siano uomini…

 

Se questo è un Uomo

Voi che vivete sicuri
nelle vostre tiepide case,
voi che trovate tornando a sera
il cibo caldo e i visi amici:
considerate se questo è un uomo,
che lavora nel fango,
che non conosce pace,
che lotta per mezzo pane,
che muore per un sì o per un no.
Considerate se questa è una donna
senza capelli e senza nome,
senza più forza di ricordare,
vuoti gli occhi e freddo il grembo
come una rana d’inverno.
Meditate che questo è stato:
vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore,
stando in casa andando per via,
coricandovi alzandovi;
ripetetele ai vostri figli.
O vi si sfaccia la casa,
la malattia vi impedisca
i vostri nati torcano il viso da voi.

Primo Levi, Se questo è un uomo, Einaudi, Torino 1958.

Grazie della tua attenzione,
Francesco Umberto Iodice

Liberia, George Weah presidente

MONROVIA (LIBERIA) –  Da oggi 22 gennaio 2018, George Weah è il nuovo presidente della Liberia. Al ballottaggio del 26 dicembre ha superato Joseph Boakai col 61,5% contro il 38,5%. Weah succede a Ellen Johnson Sirleaf, prima donna Capo di Stato di un paese africano.

Ma chi è George Weah?

Era la calda estate del 1996, io ero un bambino di 7 anni che i nonni avevano portato per un mese intero in vacanza a Santa Margherita Ligure. Un week end vennero i miei genitori a trovarci. E mi portarono un regalo: la mia prima maglietta del Milan (rigorosamente tarocca). Numero 9, Weah. 

Ricordo l’emozione dei colori rossoneri. E sorrido quando mi capita tra le mani durante le pulizie di primavera quella maglietta così piccola eppure nella mia memoria così importante.

Weah non è stato solo il primo e unico Pallone d’Oro della storia del calcio africano nel 1995, per molti ragazzi della mia generazione è stato l’attaccante del Milan. Simbolo di un calcio che non c’è più, senza partite in HD, con un orecchio alla radiolina portatile per sapere dalla Rai il risultato alla domenica pomeriggio.

Weah è stato un’icona. Autore col Milan di Capello e Zaccheroni di 58 gol in 147 partite coi rossoneri. L’unico 9 per eccellenza resta per me Pippo Inzaghi, ma da sempre nel mio immaginario l’attaccante ideale del Milan dev’essere un africano dalla forza straripante, come lo era Weah. A Fifa negli anni infatti ho sempre comprato un bomber così: Didier Drogba, Samuel Eto’o o Mario Balotelli…

Oggi però finalmente Giorgione corona il suo sogno di diventare presidente del suo Paese, la Liberia.

Ci aveva già provato alle presidenziali del 2005, dopo la sanguinosa guerra civile, ma era stato sconfitto al ballottaggio. Da quel momento Weah è diventato uno dei leader dell’opposizione, presentandosi come numero due nelle elezioni del 2011, perse da Winston Tubman, sempre contro Johnson Sirleaf,  vincitrice del Nobel per la Pace, sotto il cui mandato è stato ottenuto il ritiro della missione di pace dell’Onu dalla Liberia.

In campagna elettorale Weah ha promesso istruzione gratuita dall’asilo alle superiori, spero davvero che possa realizzare questa promessa e aiutare il suo Paese così povero e dilaniato dalle guerre a uscire dalla povertà.  Molti milanisti anni ’90 fanno il tifo per te King George! Forza Weah!

Grazie della tua attenzione, Enjoy😀
Francesco Umberto Iodice