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Eliana Frontini Novara, carabiniere ucciso: un Social media epic fail

Eliana Frontini Novara, carabiniere ucciso: un Social media epic fail

Eliana Frontini è una professoressa di Novara che ha scritto su Facebook un commento inaccettabile sul carabiniere ucciso Mario Cerciello Rega e il suo nome potrebbe diventare un caso di social media epic fail. A poche ore dalla morte del vicebrigadiere Mario Cerciello Rega ucciso a Roma con 11 coltellate in centro, la professoressa aveva infatti scritto sul suo profilo Facebook: «Uno di meno, e chiaramente con uno sguardo poco intelligente, non ne sentiremo la mancanza». Subito dopo alla luce degli attacchi social che ha iniziato a subire si è pentita, ha cancellato il post e chiesto scusa. Si è assunta una responsabilità che di fatto macchia una intera carriera. Ha chiuso l’ account e gravemente in contrasto con la funzione educativa e gravemente lesiva dell’immagine della scuola, ora la sua carriera sarà sotto osservazione da parte dell’ ufficio scolastico regionale del Piemonte e dall’Ordine dei giornalisti.

Non voglio scrivere critiche o accuse a una persona – che è evidente – ha commesso un errore grave. Quello che mi interessa in questo post è analizzare la vicenda a livello sociologico, se possibile, sicuramente dal punto di vista della comunicazione.

Eliana Frontini Novara, carabiniere ucciso: un Social media epic fail da analizzare

Su SemRush, tool del web marketing attualmente n.1 sul mercato, il suo nome è già entrato in topic. Su Google Trends, guardate l’impennata che hanno avuto le query “eliana frontini”; “Eliana Frontini Novara”; “Eliana Frontini facebook”; “Eliana Frontini carabiniere”.

Google Trends Eliana Frontini Novara carabiniere ucciso
Google Trends Eliana Frontini Novara carabiniere ucciso

Questo caso lo sento particolarmente: anch’io sono un insegnante, anch’io sono di Novara, la città che amo. In questi giorni su Facebook sulle bacheche dei miei amici ho letto rabbia, sgomento, incredulità. Ma quello che mi ha colpito è stato l’odio sui profili nazionali e in commento alle news diffuse da tutte le agenzie e testate locali. Un odio che va oltre l’atto eroico offerto dal carabiniere ucciso a Roma. Proprio per quello sguardo bonario, per il fatto che aveva appena coronato il suo sogno d’amore col matrimonio nemmeno due mesi fa, l’Italia si è affezionata e commossa a questo giovane napoletano, che faceva volontariato una volta a settimana e portava i disabili in pellegrinaggio. Un giovane come oggi ce ne sono pochi. Su questo la mia generazione non è il massimo. E quando scopri che chi va via, è uno dei pochi, ci colpisce ancora di più.

Quello che mi spiace è che si stia dimenticando la misura. Tanto è stato fatto col post, tanto quanto stanno facendo i leoni da tastiera con attacchi personali alla famiglia della professoressa, all’Istituto dove insegna il Pascal di Romentino, alle pagine social a cui lei collaborava, confermando una volta di più che Umberto Eco nella sua ultima analisi, direi semiotica, sui nuovi media ci ha lasciato poco prima di morire. Lo scrittore alessandrino a margine di una laurea honoris causa in “Comunicazione e Cultura dei media” a Torino nel 2015 affermò:

«I social media danno diritto di parola a legioni di imbecilli che prima parlavano solo al bar dopo un bicchiere di vino, senza danneggiare la collettività. Venivano subito messi a tacere, mentre ora hanno lo stesso diritto di parola di un Premio Nobel. È l’invasione degli imbecilli».

Impariamo qualcosa da Mario, onoriamo la sua memoria

Lungi da me discolpare un atto che va oltre il buon senso e di non avere tenuto una condotta gravemente in contrasto, lasciamo che chi nelle dovute sedi prenda i dovuti provvedimenti, se verrà fuori che non è stato hackerato il suo profilo. Ma qualcuno si è chiesto se la professoressa ha una famiglia e magari dei bambini? Nel caso, queste persone che colpa hanno in questa vicenda? E che vita avevano prima che questa vicenda assumesse questo peso e che vita avranno ora?

Credo che la vicenda di questo carabiniere deve far riflettere tutti. Spero che chi l’ha ucciso paghi, non solo per la giustizia, ma soprattutto per la giovane moglie del carabiniere ucciso. Quello che non capisco è cosa renda migliore chi augura la morte a questa donna o offende i suoi famigliari (magari sua mamma è anche morta, sarebbe lo stesso sfregio fatto al carabiniere, per me sono assurdi entrambi!).

Se qualcosa si può imparare è che dobbiamo ringraziare le forze dell’ Ordine perchè ci sono ancora persone come il vicebrigadiere Cerciello Rega e sono la maggioranza silenziosa.

Onoriamo la sua memoria con il rispetto e non con l’odio.

Grazie per l’attenzione,
Francesco Umberto Iodice

Crollo ponte Genova, perchè la serie A non si è fermata?

Scrivo questo post con un po’ di rabbia e delusione. La morte di oltre 40 persone, molti ancora i dispersi e i feriti, causate dal crollo del ponte Morandi di Genova lascia in tutti noi la paura per lo stato delle infrastrutture del nostro Paese…

Mi unisco, nel mio piccolo al post di Enrico Mentana:

Ma vi pare possibile che domani – giornata di lutto nazionale – a mezzogiorno si dà l’addio alle vittime di Genova e sei ore dopo si comincia il campionato di calcio? Ma non ci vergogniamo?

Trovo che lo spettacolo dato dalla politica italiana, che qualcuno ha sadicamente chiamato lo “show delle bare” sia stato indecente. Non tanto per me, per gli italiani, ma soprattutto per le famiglie dei morti e per le vittime stesse. Non abbiamo più rispetto di nulla, nemmeno della morte di alcuni bambini.

Quello che mi fa ancor più rabbia è invece che nel giorno di lutto nazionale in cui tutti dovremmo fermarci e riflettere, pregare (chi crede), piangere chi conosceva le vittime, the show must go on..

Se è lutto nazionale, è lutto nazionale. Non può esserci mezza misura. Non bastano le bandiere a mezz’asta sui nostri Comuni eppoi tutti con la birra in mano a vedere le partite, ai concerti, al cinema. Ed è ancora più vergognoso che solo le partite di Genoa e Sampdoria si siano fermate: perchè il dramma è stato solo di Genova città o dell’Italia intera?!?

Quando è morto Davide Astori i calciatori in massa hanno scioperato una intera giornata, incuranti di chi avesse già preso i biglietti addirittura del Derby di Milano tra Milan e Inter, in quel momento decisivo per la volata champions. La tragedia di Astori, non vorrei essere frainteso, è molto grave: era un giovane papà e un ottimo calciatore. Ma è morto per cause naturali. Ed è milionario.

Se ogni morte bianca sul lavoro ci fosse uno sciopero di categoria non si giocherebbe mai una giornata di campionato. La morte di Astori vale più di quella di uno dei tanti operai sul lavoro o dei molti imprenditori che si sono suicidati durante la crisi economica?

Io credo che se hanno scioperato lo scorso anno per Astori, a maggior ragione avrebbero dovuto farlo anche questo week end. Perchè le vittime di Genova non saranno milionari dietro a un pallone in calzettoni, ma meritavano una vera giornata di lutto nazionale. E non solo di facciata, bloccando due partite.

Grazie della tua attenzione,
Francesco Umberto Iodice

Progetto Smile Novara, l’intervista ai giovani di Novara

Su invito di Emanuela Fortuna, Prof. di Lettere, mia amica e preziosissima collega in ENAip Novara, ho partecipato a Progetto Smile! 😀

Progetto Smile Novara, promosso da @rteLab, un’associazione culturale molto attiva nella nostra città, nasce dall’idea di voler “fare una fotografia” ai giovani… in particolare a quelli che si stanno affacciando direttamente al mondo del lavoro o che hanno deciso di perseguire una formazione che dovrebbe aprire loro le porte delle professioni.

Progetto Smile Novara, che si onora del Patrocinio del Comune di Novara, consiste in una breve intervista in cui il ragazzo o la ragazza spiega come vede il suo futuro e cosa vorrebbe fare da grande. Il tema è davvero libero: si può parlare degli affetti, del lavoro, delle proprie passioni o paure e incertezze.

L'immagine può contenere: 1 persona, con sorriso

Lo scopo è di dare la voce ai giovani per far parlare i giovani sui giovani.

Sembra uno scioglilingua, ma con tutti i programmi in tv con opinionisti oltre i 50 anni, penso sia un’ottima proposta. A tratti anche provocatoria.

E’ infatti tra i 18 ed i 26 anni che si decide che cosa si vuole fare “da grandi” e quale strada percorrere nel proprio futuro. “Ecco questo è il punto: quali aspirazioni hanno? Che cosa li renderebbe felici? Quali sono le loro aspettative? Noi vorremmo chiederlo proprio a loro, interpellandoli in prima persona, creandone un’immagine quanto più possibile chiara e veritiera”.

Nessun testo alternativo automatico disponibile.

Che volto ha il FUTURO di Novara?
Un report per conoscere le aspettative, i desideri e i sogni della nuova generazione [18-26 anni]

Partecipare è facilissimo! Se volete aiutare l’Associazione a dare un volto al “futuro” di Novara, compilate un brevissimo questionario che troverete fin da ora sul sito www.associazionartelab.it ed inviatelo via messaggio fb e postate su questa pagina un vostro autoscatto e una breve intervista come quelle che potete ascoltare e vedere nei post della pagina. Il tema dell’intervista? “Ovviamente parlateci delle vostre prospettive, dei vostri obiettivi, delle vostre aspettative per il futuro. Mi raccomando iniziate la vostra intervista così: “Ciao mi chiamo… ed ho… anni”.

Capito? Basta andare sul sito internet di Progetto Smile Novara, compilare i moduli ( non occorre che 2 minuti contati! ) e inviare un proprio video fatto col cellulare a casa, a scuola o ovunque preferite voi! 😉

Vi invito a mettere “Mi Piace” alla pagina Facebook di Progetto Smile Novara, basta un clic per essere informati e far parte della Community. Unico requisito essere giovani: di età o nell’animo! 😉
Grazie della tua attenzione, Enjoy😀
Francesco Umberto Iodice

Sanremo 2018: vincono Meta-Moro, Stato Sociale, Annalisa e… Favino

“Non mi avete fatto niente” di Ermal Meta e Fabrizio Moro ha vinto la 68esima edizione del Festival di Sanremo. Al secondo posto Lo Stato sociale con Una vita in vacanza, terza Annalisa con Il mondo prima di te.

[youtube=http://www.youtube.com/watch?v=V4zO_1Z_1S8]

Penso sia il risultato corretto. La loro canzone ricca di polemiche con il solito testo impegnato di Moro scritto alla Moro e da cantare alla Moro è comunque bello e radiofonico. Secondi i miei favoriti, i monellacci bolognesi dello Stato Sociale che hanno portato dolcezza e Bologna nella serata dei duetti con il Coro dell’Antoniano e Paolo Rossi.  Saranno, ci scommetto, il vero successo radiofonico fino a questa estate… 😉

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Terza Annalisa, una cantante che anche se non amo gli Amici di Amici degli Amici di Maria De Filippi, è davvero diversa dai prodotti fatti e finiti dei Talent Show. E in più è laureata in fisica e molto bella… 😉

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Di questo Sanremo 2018 vorrei stampare come immagini di cartolina alcuni momenti che per me sono stati i più significativi.

http://https://www.youtube.com/watch?v=Hcm4BixLjeQ

La mia classifica

  1. Il monologo sull’emarginazione di Pier Francesco Favino
  2. La vecchia che balla Paddy Jones 85 anni e Rock n roll acrobatico
  3. La simpatia della semplicità di Fiorello
  4. Il finale di ballo sexy di Despacito Favino e Michelle Hunziker
  5. Il Mash-up di Pier Francesco Favino
  6. Mezione d’onore per Ornella Vanoni e una classe infinita…
  7. L’addio eterno degli Elio e le Storie Tese che meritava più rispetto
  8. La simpatia di Mudimbi
  9. Claudio Baglioni e i suoi mille duetti (alcuni riusciti, altri meno)
  10. Gino Paoli che omaggia due grandi cantautori genovesi: Faber e Umberto Bindi

http://www.raiplay.it/video/2018/02/Sanremo-2018-Gino-Paoli–Danilo-Rea–Claudio-Baglioni-omaggio-a-Umberto-Bindi-Fabrizio-De-Andre-bda34784-aa55-4c1b-94b5-ccbf3e28bb1b.html

Come avete visto il nome ricorrente della mia personale classifica è quello di Pier Francesco Favino del quale dopo la prima serata scrivevo:

Uno dei più grandi attori italiani, per me ancora sottovalutato. Che possa essere la volta buona per esplodere come sul palco durante il suo mash-up di canzoni sanremesi.

Direi che non c’è stata ombra di dubbio. Dopo molti Nastri d’Argento ora anche il grande pubblico conosce e apprezza un grande attore. Se ricordo che da piccolo dai nonni vedevo lui col sopracciglione unito in Amico Mio, medical drama all’italiana con Massimo D’Apporto, l’evoluzione è completa. Consiglio oltre ai classici di Muccino anche la sua interpretazione di un secondino in ACAB.

E allora voto finale a questo Sanremo positivo. Meno rassicurante degli ultimi di Carlo Conti, meno impegnato e militante di quelli di Fabio Fazio, meno divertente di quello di Gianni Morandi con Belen e Luca e Paolo, ma sempre Sanremo.

Perchè Sanremo è Sanremo
Pippo Baudo

Grazie della tua attenzione, Enjoy😀
Francesco Umberto Iodice

Sanremo 2018, Baglioni, Fiorello e lo Stato Sociale (che ha già vinto)

Confesso. Ho sempre guardato Sanremo. Ogni anno mi prometto di non guardarlo, non mi piacciono i cantanti in gara, i super chachet che gridano vendetta, etc. etc. Ma poi… finisco sempre per cedere.

E allora ecco cosa penso di questo Sanremo. Grandissimo Fiorello, uno showman che sa far ridere ancora senza dover ricorrere ca##o, fi#a, tro#a. Sembra di essere in un villaggio con un animatore vecchia scuola, capace di far ridere senza impegno. Orgoglio siciliano.

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Claudio Baglioni che io adoro più come cantautore che come presentatore ha portato a Sanremo rispetto alla sicurezza revival di Carlo Conti delle ultime due edizioni il suo finto snobismo e tutta la qualità di uno degli artisti più evoluti della nostra canzone. Può piacere o no, ma Claudio di canzoni nazionali ne ha fatte talmente tante che può permettersi il lusso di sperimentare.

[youtube=http://www.youtube.com/watch?v=xZ0j3qqLkXA&t=22s]

Nota di merito per Pier Francesco Favino. Uno dei più grandi attori italiani, per me ancora sottovalutato. Che possa essere la volta buona per esplodere come sul palco durante il suo mash-up di canzoni sanremesi.

E alla fine il più grande resta sempre Lucio Battisti. Con tutto l’Ariston a cantare “Un’Avventura“… Tu chiamale se vuoi, Emozioni.

[youtube=http://www.youtube.com/watch?v=z3TbSks3i3c]

Ma la canzone che più mi ha colpito è stata Una vita in vacanza dei Lo Stato Sociale. Alla fine del pezzo mi sono girato verso mio fratello e, senza aver sentito ancora altre 13-14  canzoni, ho predetto la vittoria finale. Vedremo sabato. Il pezzo ha il solito carico empatico di sinistra bolognese e i ragazzi sono scanzonati come dei monelli in gita.Il testo si concentra ancora una volta sul tema del lavoro, attacca Trump (sei fuori!! Go Out !! You’re fired !!) topic della band da primo maggio e poi lei…

“La vecchia che balla” manda over…

Vinceranno loro? Lo scopriremo solo vivendo.

Testo Una vita in vacanza
Lo Stato Sociale

E fai il cameriere, l’assicuratore
Il campione del mondo, la baby pensione
Fai il ricco di famiglia, l’eroe nazionale
Il poliziotto di quartiere, il rottamatore
Perché lo fai?
E fai il candidato, poi l’esodato
Qualche volta fai il ladro o fai il derubato
E fai opposizione e fai il duro e puro
E fai il figlio d’arte, la blogger di moda
Perché lo fai?
Perché non te ne vai?

Una vita in vacanza
Una vecchia che balla
Niente nuovo che avanza
Ma tutta la banda che suona e che canta
Per un mondo diverso
Libertà e tempo perso
E nessuno che rompe i coglioni
Nessuno che dice se sbagli sei fuori

E fai l’estetista e fai il laureato
E fai il caso umano, il pubblico in studio
Fai il cuoco stellato e fai l’influencer
E fai il cantautore ma fai soldi col poker
Perché lo fai?
E fai l’analista di calciomercato
Il bioagricoltore, il toyboy, il santone
Il motivatore, il demotivato
La risorsa umana, il disoccupato
Perché lo fai?
Perché non te vai?

Una vita in vacanza
Una vecchia che balla
Niente nuovo che avanza
Ma tutta la banda che suona e che canta
Per un mondo diverso
Libertà e tempo perso
E nessuno che rompe i coglioni
Nessuno che dice se sbagli sei fuori
Sei fuori, sei fuori, sei fuori, sei fuori

Vivere per lavorare
O lavorare per vivere
Fare soldi per non pensare
Parlare sempre e non ascoltare
Ridere per fare male
Fare pace per bombardare
Partire per poi ritornare

Una vita in vacanza
Una vecchia che balla
Niente nuovo che avanza
Ma tutta la banda che suona e che canta
Per un mondo diverso
Libertà e tempo perso
E nessuno che rompe i coglioni
Nessuno che dice se sbagli sei fuori.

Grazie della tua attenzione, Enjoy😀
Francesco Umberto Iodice

Giornata nazionale contro lo spreco alimentare, ecco tutti i numeri e la storia

Oltre ad essere uno “schiaffo morale” nei confronti di quasi 800 milioni di persone denutrite nel mondo, lo spreco di cibo rappresenta un ingente danno all’ambiente.

Lunedì 5 febbraio 2018, è la Giornata di prevenzione dello spreco alimentare.

In Italia è stata celebrata per la prima volta il 5 febbraio 2014 ed è stata ideata ed istituita dal Ministero dell’Ambiente in collaborazione con la campagna Spreco Zero e Università di Bologna – Distal.

Giornata mondiale contro lo spreco alimentare 2018
Giornata nazionale contro lo spreco alimentare 2018 (fonte: www.envi.info)

Ogni anno, secondo Fondazione Barilla citando come fonte il WWF, “1/3 del cibo del mondo (1,3 miliardi di tonnellate) viene sprecato senza arrivare neanche a tavola pur essendo prodotto perché va a male in azienda, si perde, diventa immangiabile durante la distribuzione o viene gettato via nei negozi alimentari al dettaglio, ristoranti e cucine”. Il dato diventa ancora più spaventoso se si pensa che si tratterebbe di quasi 4 volte la quantità di cibo necessaria a sfamare circa 800 milioni di persone sul pianeta che sono denutrite. Tra i Paesi fanalino di coda in questa classifica, tutt’altro che lusinghiera, ci sono gli USA che gettano 46 milioni di tonnellate di cibo l’anno (fonte FSI), ma anche l’Europa non è da meno. Il cibo buttato nel Vecchio Continente, secondo la FAO, sfamerebbe circa 200 milioni di persone.

E l’Italia?

L’Italia, grazie alla recente legge contro lo spreco alimentare, approvata nel 2016, appare tra le realtà che sta facendo passi avanti importanti. Ma non basta.  I dati FAO parlano chiaro: in Italia, un anno di spreco alimentare potrebbe sfamare quasi 44 milioni e mezzo di persone. Considerando i dati ISTAT e l’avanzare del maledetto tasso di povertà del nostro Paese, senza una laurea in matematica il calcolo da fare è molto facile.

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Riciclo dei rifiuti = fare economia

Ma questa giornata non ha solo connotazioni morali contro chi butta via cibo, ma è impegnata anche nei confronti della salvaguardia dell’ambiente. Eh sì, perchè come spiega l’ENEA, l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile, (ente di diritto pubblico finalizzato alla ricerca, all’innovazione tecnologica e alla prestazione di servizi avanzati alle imprese, alla pubblica amministrazione e ai cittadini nei settori dell’energia, dell’ambiente e dello sviluppo economico sostenibile) il riciclo dei rifiuti avrebbe risvolti positivi anche sulla nostra economia!

“Gli scarti alimentari – fa sapere l’Agenzia – possono diventare anche bioplastiche o energia sotto forma di biogas. Non solo. Dagli scarti di uva e arance si ricavano polifenoli, pectine e fibre, utilizzabili in nutraceutica e cosmetica. Secondo l’Ue entro il 2030 con il riciclo dei rifiuti al 70% e lo smaltimento in discarica al 5%, grazie all’economia circolare si possono creare 580 mila posti di lavoro e risparmi per le imprese pari all’8% del fatturato annuo“.

Decalogo ENEA giornata nazionale contro lo spreco alimentare (fonte: www.enea.it)

In Europa sono in media 180 i kg di cibo pro-capite sprecati all’anno mentre ammontano a 164kg/anno in Italia (siamo al 7° posto nella classifica europea).

I numeri italiani dello spreco

Secondo dati ENEA, nel nostro Paese vengono gettati nel cassonetto per la precisione circa 5,5 milioni di tonnellate di cibo all’anno, in pratica 42 kg di cibo a persona. O in forma di avanzi non riutilizzati o di alimenti scaduti o andati a male, con un valore economico complessivo che si aggira intorno ai 13 miliardi di euro all’anno. E andando ancora più a fondo di questi numeri: “di questi 42 kg, oltre 10 sono costituiti da verdure e prodotti ortofrutticoli per un totale di oltre 1,3 milioni di tonnellate. Con i prodotti vegetali che gettiamo nella spazzatura, oltre a fitosanitari e nutraceutici, potremmo produrre 41 milioni di m3 di biometano, l’equivalente dell’energia necessaria per riscaldare 46mila appartamenti, con un risparmio di circa 2 milioni di tonnellate di CO2.”

Credo che giornate come questa dovrebbero essere fatte in più occasioni, che debba essere istituito un percorso nelle scuole italiane per approfondire questi temi e sensibilizzare i giovani a pratiche che possano salvaguardare davvero l’ambiente.

Grazie della tua attenzione, Enjoy😀
Francesco Umberto Iodice

“WONDER” Movie: The Story of the Year..

Ribloggo un articolo scritto da Alice Chirico, PhD Student in Università Cattolica in Psicologia della comunicazione. Sotto la parte in inglese, c’è la traduzione in italiano.
Consiglio anch’io di vedere WONDER, film con Julia Roberts e Owen Wilson sulla disabilità, ma non solo…
“Fatevi un regalo. Andate a vederlo al cinema: “Wonder“, quando si dice nomen omen.
Puoi seguire il Blog di Alice Chirico cliccando su Awe transformative experience!

Dimissioni Renzi, vince l’Italia?

Con la sconfitta al Referendum del 4 dicembre, Matteo Renzi si è dimesso dal ruolo di Presidente del Consiglio dei Ministri. La vittoria, il giubilo del fronte del NO va democraticamente accettato. C’è stata una regolare campagna elettorale, con toni che personalmente non condivido, chi sosteneva il SI, ha perso. E questo è un dato di fatto.

Da oggi si chiude la campagna referendaria, si apre quella elettorale. Ed è curioso vedere come Beppe Grillo e i suoi ‘Dibba & Di Maio’ vogliano subito passare alla cassa, nonostante una legge elettorale che fino a ieri era da loro totalmente avversata. Ora è divenuta divina?

Che personalizzare il referendum sia stato un errore, è stato evidente da subito. Che alcuni ministri non siano stati all’altezza del ruolo, anche. Dopo la finta Grexit, sono seguite le vere Brexit e la Renxit. Ma siamo davvero sicuri che sia meglio per l’Italia? Dall’intervento di Matteo Renzi, pronunciato a denti stretti, facendo appello a tutte le tecniche di comunicazione moderne – delle quali il fiorentino resta la massima espressione nella politica italiana –  emerge l’amarezza della sconfitta. Nel finale ritorna l’uomo, il giovane boy scout divenuto capo di governo, l’affetto per figli e moglie, una signora nei modi per come è stata sfottuta in questi anni per il suo aspetto fisico.

Mi aspetto ora che i fronte del NO e tutti coloro che non hanno votato la riforma perchè fatta dalla Boschi della Banca Etruria (qui ero in difficoltà anche io), perchè l’ha fatta il PD (qui l’ho votata ancor più convinto), perchè Renzi è divenuto antipatico (vediamo i prossimi leader che saliranno e poi risentiamoci…), apportino proposte significative e non divisive in tempi rapidi per ammodernare il Paese e non si affidino al “ci sono talmente tante cose da fare, che è dura”. La necessità di abbassare i costi dei politici è un punto d’onore per tutti, o NO? 😉

Ultima nota: vedere Massimo D’Alema che esulta per aver consegnato il Paese a Beppe Grillo, a Matteo Salvini, alla deriva di destra populista e all’italiana de’ tempi nostri (perchè con tutti i distinguo personali, quella di Giorgio Almirante era un’altra cosa…) lascia una triste immagine ai giovani del centrosinistra italiano: le correnti di Partito vengono prima delle nostre convinzioni e del nostro senso di appartenenza.

Renzi ha commesso sicuramente molti errori, primo fra tutti le persone che ha scelto vicino, ma ha governato nel periodo più difficile: in piena crisi economica, politica e culturale; durante l’invasione dei migranti (ora vediamo le soluzioni di quelli del NO); cercando di rottamare una classe politica (vedi D’Alema) in un Paese come l’Italia dove la casta è come i diamanti, “per sempre”.

Chi voleva mandare Renzi a casa, ora ha vinto. A chiunque salirà, credo i 5 Stelle, un partito aziendale con la società di Casaleggio alle spalle, il compito di migliorare lo stato attuale. Io a differenza loro voterò SI se i loro referendum secondo me saranno utili all’Italia. L’avrei fatto anche se questa riforma non l’avesse proposta Renzi.

Chi lotta per un’idea non può perdere. Voi avevate un’idea meravigliosa, in particolare in questa stagione della vita politica europea. Volevate riavvicinare i cittadini alla cosa pubblica, combattere il populismo, semplificare il sistema e rendere più vicini cittadini e imprese. Avete fatto una campagna elettorale casa per casa, a vostre spese, senza avere nulla da chiedere ma solo da dare. Per questo voi non avete perso.
Matteo Renzi

Grazie della tua attenzione, Enjoy😀
Francesco Iodice

Donald Trump: gli Usa sono entertainment

Quando alle ore 5 di mattina Donald Trump ha conquistato Ohio, ho capito che ce l’aveva fatta. Le elezioni americane hanno incollato noi appassionati di politica, interessati alla geopolitica mondiale o semplicemente chi ama gli intrighi del potere di House of Cards. E quando Chicco Mentana, nella solita maratona di La7 con faccia esasperata più per il fatto da commentare che per la stanchezza, ha ammesso per primo la sconfitta di Hillary Clinton, io ho compreso di partecipare in quel preciso momento ad un evento storico. Se sarà epoch making lo dirà il tempo.

Dire ora “lo sapevo…” è troppo facile. Purtroppo lo sospettavo. Dopo esser tornato tre settimane fa da Los Angeles dove la mia ragazza è stata l’unica italiana invitata come honoree ai Proto Awards di Hollywood, (perdonatemi vi prego, ma sono un moroso orgoglioso 😉 ) ne avevo parlato con molti amici o con ex consiglieri comunali come me del Partito Democratico. In quel viaggio alla scoperta dell’America ci siamo buttati fino in fondo alla cultura americana, e ogni persona che incontravamo un po’ per gioco, un po’ per evidenza, la battezzavamo un sicuro elettore di Trump. Gli USA non amano l’entertaiment, sono puro entertaiment. Per gli americani che si abbuffano di hamburger ai fast food, che guidano macchinoni da far sembrare i suv europei go-cart e che soffrono la crisi economica con un contrasto pazzesco tra ricchezza e lusso e povertà e miseria era più facile identificarsi nel miliardario sboccato, che nella ambiziosa donna del potere. Trump è il good guy con cui andare a bere una birra dopolavoro e perdersi in battute sessiste o a discutere di sport. La Clinton è la nonna altezzosa, il cui sorriso non dà fiducia. Obama alla fine di 8 anni ha fallito nel crescere una classe dirigente nel Partito. E il progresso non può esser rappresentato da una 70enne con 30 anni di esperienza politica: il volto dell’establishment. Sanders, ancor più vecchio, sembrava a confronto Mick Jagger.

Il vento di destra soffia forte dall’Europa verso l’America. E credo che aldilà del risultato del referendum il 4 dicembre, il Partito Democratico deve iniziare a capire che siamo in ricorsa. Immigrazione, sicurezza e lavoro sono i tre temi che la gente sente più cari, e noi dobbiamo iniziare a trovare parole nuove e soluzioni concrete. A meno di non voler cambiare la nostra attenzione dai più poveri e deboli alla classe sinistra radical chic.

Credere che chi vota Trump sia l’emblema dell’imbecille, della classe media istupidita dalla tv e dalle bufale in rete, è sbagliato e antidemocratico. Hanno votato Trump perchè ha saputo capire il suo paese in crisi, pur essendo lui un privilegiato. Tanto da meritare ante litteram la stella in Hollywood boulevard (la foto è mia). E ha spinto i toni dove la gente voleva. La politica aggressiva contro Isis, Cina, Messico, contro le minoranze interne e contro i mussulmani sarà da vedere nel tempo. Finisce la destra americana interventista, ma non finisce certo la democrazia.

Comunque vada, domani sorgerà il sole.

Barack Obama

Grazie della tua attenzione, Enjoy😀
Francesco Iodice