Sanremo 2018: vincono Meta-Moro, Stato Sociale, Annalisa e… Favino

“Non mi avete fatto niente” di Ermal Meta e Fabrizio Moro ha vinto la 68esima edizione del Festival di Sanremo. Al secondo posto Lo Stato sociale con Una vita in vacanza, terza Annalisa con Il mondo prima di te.

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Penso sia il risultato corretto. La loro canzone ricca di polemiche con il solito testo impegnato di Moro scritto alla Moro e da cantare alla Moro è comunque bello e radiofonico. Secondi i miei favoriti, i monellacci bolognesi dello Stato Sociale che hanno portato dolcezza e Bologna nella serata dei duetti con il Coro dell’Antoniano e Paolo Rossi.  Saranno, ci scommetto, il vero successo radiofonico fino a questa estate… 😉

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Terza Annalisa, una cantante che anche se non amo gli Amici di Amici degli Amici di Maria De Filippi, è davvero diversa dai prodotti fatti e finiti dei Talent Show. E in più è laureata in fisica e molto bella… 😉

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Di questo Sanremo 2018 vorrei stampare come immagini di cartolina alcuni momenti che per me sono stati i più significativi.

http://https://www.youtube.com/watch?v=Hcm4BixLjeQ

La mia classifica

  1. Il monologo sull’emarginazione di Pier Francesco Favino
  2. La vecchia che balla Paddy Jones 85 anni e Rock n roll acrobatico
  3. La simpatia della semplicità di Fiorello
  4. Il finale di ballo sexy di Despacito Favino e Michelle Hunziker
  5. Il Mash-up di Pier Francesco Favino
  6. Mezione d’onore per Ornella Vanoni e una classe infinita…
  7. L’addio eterno degli Elio e le Storie Tese che meritava più rispetto
  8. La simpatia di Mudimbi
  9. Claudio Baglioni e i suoi mille duetti (alcuni riusciti, altri meno)
  10. Gino Paoli che omaggia due grandi cantautori genovesi: Faber e Umberto Bindi

http://www.raiplay.it/video/2018/02/Sanremo-2018-Gino-Paoli–Danilo-Rea–Claudio-Baglioni-omaggio-a-Umberto-Bindi-Fabrizio-De-Andre-bda34784-aa55-4c1b-94b5-ccbf3e28bb1b.html

Come avete visto il nome ricorrente della mia personale classifica è quello di Pier Francesco Favino del quale dopo la prima serata scrivevo:

Uno dei più grandi attori italiani, per me ancora sottovalutato. Che possa essere la volta buona per esplodere come sul palco durante il suo mash-up di canzoni sanremesi.

Direi che non c’è stata ombra di dubbio. Dopo molti Nastri d’Argento ora anche il grande pubblico conosce e apprezza un grande attore. Se ricordo che da piccolo dai nonni vedevo lui col sopracciglione unito in Amico Mio, medical drama all’italiana con Massimo D’Apporto, l’evoluzione è completa. Consiglio oltre ai classici di Muccino anche la sua interpretazione di un secondino in ACAB.

E allora voto finale a questo Sanremo positivo. Meno rassicurante degli ultimi di Carlo Conti, meno impegnato e militante di quelli di Fabio Fazio, meno divertente di quello di Gianni Morandi con Belen e Luca e Paolo, ma sempre Sanremo.

Perchè Sanremo è Sanremo
Pippo Baudo

Grazie della tua attenzione, Enjoy😀
Francesco Umberto Iodice

2000 visite al mio blog, grazie a tutti!

Questo non è un articolo, ma un ringraziamento a tutti coloro che hanno voluto leggermi in queste settimane. Questo Blog che ho ripreso a scrivere da gennaio 2018 con l’articolo NUOVO BLOG, NUOVA AVVENTURA dallo scorso 5 gennaio ha fatto molta strada…

Grande traguardo per questo blog. Abbiamo raggiunto le prime 2000 visite ufficiali!

Il 24 aprile 2016 avevo aperto questa piattaforma un po’ per gioco, un po’ per prova. L’avevo fatto da solo (e se ne vedono ancora oggi tutti i limiti…). Poi avevo un po’ abbandonato l’idea di scrivere, fino a fine 2017, quando ho voluto rimettere in moto questo sito internet.

Ricordo ancora la sorpresa che avevo provato a un mese esatto dalla messa online per le le prime 500 visite!!! Come quella per le 1500 visite nel 2018. Perciò oggi come allora:

Grazie a ognuno dei 2000 utenti che ha voluto dedicare il suo tempo, non avrei mai sperato questi numeri

E lancio un sondaggio: c’è qualche argomento che preferite? Qualcosa sulla quale discutere tutti insieme? Oppure avete consigli o critiche (perchè sono ben accette anche quelle!) da darmi?

 

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Grazie della tua attenzione, Enjoy😀
Francesco Umberto Iodice

Sanremo 2018, Baglioni, Fiorello e lo Stato Sociale (che ha già vinto)

Confesso. Ho sempre guardato Sanremo. Ogni anno mi prometto di non guardarlo, non mi piacciono i cantanti in gara, i super chachet che gridano vendetta, etc. etc. Ma poi… finisco sempre per cedere.

E allora ecco cosa penso di questo Sanremo. Grandissimo Fiorello, uno showman che sa far ridere ancora senza dover ricorrere ca##o, fi#a, tro#a. Sembra di essere in un villaggio con un animatore vecchia scuola, capace di far ridere senza impegno. Orgoglio siciliano.

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Claudio Baglioni che io adoro più come cantautore che come presentatore ha portato a Sanremo rispetto alla sicurezza revival di Carlo Conti delle ultime due edizioni il suo finto snobismo e tutta la qualità di uno degli artisti più evoluti della nostra canzone. Può piacere o no, ma Claudio di canzoni nazionali ne ha fatte talmente tante che può permettersi il lusso di sperimentare.

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Nota di merito per Pier Francesco Favino. Uno dei più grandi attori italiani, per me ancora sottovalutato. Che possa essere la volta buona per esplodere come sul palco durante il suo mash-up di canzoni sanremesi.

E alla fine il più grande resta sempre Lucio Battisti. Con tutto l’Ariston a cantare “Un’Avventura“… Tu chiamale se vuoi, Emozioni.

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Ma la canzone che più mi ha colpito è stata Una vita in vacanza dei Lo Stato Sociale. Alla fine del pezzo mi sono girato verso mio fratello e, senza aver sentito ancora altre 13-14  canzoni, ho predetto la vittoria finale. Vedremo sabato. Il pezzo ha il solito carico empatico di sinistra bolognese e i ragazzi sono scanzonati come dei monelli in gita.Il testo si concentra ancora una volta sul tema del lavoro, attacca Trump (sei fuori!! Go Out !! You’re fired !!) topic della band da primo maggio e poi lei…

“La vecchia che balla” manda over…

Vinceranno loro? Lo scopriremo solo vivendo.

Testo Una vita in vacanza
Lo Stato Sociale

E fai il cameriere, l’assicuratore
Il campione del mondo, la baby pensione
Fai il ricco di famiglia, l’eroe nazionale
Il poliziotto di quartiere, il rottamatore
Perché lo fai?
E fai il candidato, poi l’esodato
Qualche volta fai il ladro o fai il derubato
E fai opposizione e fai il duro e puro
E fai il figlio d’arte, la blogger di moda
Perché lo fai?
Perché non te ne vai?

Una vita in vacanza
Una vecchia che balla
Niente nuovo che avanza
Ma tutta la banda che suona e che canta
Per un mondo diverso
Libertà e tempo perso
E nessuno che rompe i coglioni
Nessuno che dice se sbagli sei fuori

E fai l’estetista e fai il laureato
E fai il caso umano, il pubblico in studio
Fai il cuoco stellato e fai l’influencer
E fai il cantautore ma fai soldi col poker
Perché lo fai?
E fai l’analista di calciomercato
Il bioagricoltore, il toyboy, il santone
Il motivatore, il demotivato
La risorsa umana, il disoccupato
Perché lo fai?
Perché non te vai?

Una vita in vacanza
Una vecchia che balla
Niente nuovo che avanza
Ma tutta la banda che suona e che canta
Per un mondo diverso
Libertà e tempo perso
E nessuno che rompe i coglioni
Nessuno che dice se sbagli sei fuori
Sei fuori, sei fuori, sei fuori, sei fuori

Vivere per lavorare
O lavorare per vivere
Fare soldi per non pensare
Parlare sempre e non ascoltare
Ridere per fare male
Fare pace per bombardare
Partire per poi ritornare

Una vita in vacanza
Una vecchia che balla
Niente nuovo che avanza
Ma tutta la banda che suona e che canta
Per un mondo diverso
Libertà e tempo perso
E nessuno che rompe i coglioni
Nessuno che dice se sbagli sei fuori.

Grazie della tua attenzione, Enjoy😀
Francesco Umberto Iodice

Giornata nazionale contro lo spreco alimentare, ecco tutti i numeri e la storia

Oltre ad essere uno “schiaffo morale” nei confronti di quasi 800 milioni di persone denutrite nel mondo, lo spreco di cibo rappresenta un ingente danno all’ambiente.

Lunedì 5 febbraio 2018, è la Giornata di prevenzione dello spreco alimentare.

In Italia è stata celebrata per la prima volta il 5 febbraio 2014 ed è stata ideata ed istituita dal Ministero dell’Ambiente in collaborazione con la campagna Spreco Zero e Università di Bologna – Distal.

Giornata mondiale contro lo spreco alimentare 2018
Giornata nazionale contro lo spreco alimentare 2018 (fonte: www.envi.info)

Ogni anno, secondo Fondazione Barilla citando come fonte il WWF, “1/3 del cibo del mondo (1,3 miliardi di tonnellate) viene sprecato senza arrivare neanche a tavola pur essendo prodotto perché va a male in azienda, si perde, diventa immangiabile durante la distribuzione o viene gettato via nei negozi alimentari al dettaglio, ristoranti e cucine”. Il dato diventa ancora più spaventoso se si pensa che si tratterebbe di quasi 4 volte la quantità di cibo necessaria a sfamare circa 800 milioni di persone sul pianeta che sono denutrite. Tra i Paesi fanalino di coda in questa classifica, tutt’altro che lusinghiera, ci sono gli USA che gettano 46 milioni di tonnellate di cibo l’anno (fonte FSI), ma anche l’Europa non è da meno. Il cibo buttato nel Vecchio Continente, secondo la FAO, sfamerebbe circa 200 milioni di persone.

E l’Italia?

L’Italia, grazie alla recente legge contro lo spreco alimentare, approvata nel 2016, appare tra le realtà che sta facendo passi avanti importanti. Ma non basta.  I dati FAO parlano chiaro: in Italia, un anno di spreco alimentare potrebbe sfamare quasi 44 milioni e mezzo di persone. Considerando i dati ISTAT e l’avanzare del maledetto tasso di povertà del nostro Paese, senza una laurea in matematica il calcolo da fare è molto facile.

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Riciclo dei rifiuti = fare economia

Ma questa giornata non ha solo connotazioni morali contro chi butta via cibo, ma è impegnata anche nei confronti della salvaguardia dell’ambiente. Eh sì, perchè come spiega l’ENEA, l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile, (ente di diritto pubblico finalizzato alla ricerca, all’innovazione tecnologica e alla prestazione di servizi avanzati alle imprese, alla pubblica amministrazione e ai cittadini nei settori dell’energia, dell’ambiente e dello sviluppo economico sostenibile) il riciclo dei rifiuti avrebbe risvolti positivi anche sulla nostra economia!

“Gli scarti alimentari – fa sapere l’Agenzia – possono diventare anche bioplastiche o energia sotto forma di biogas. Non solo. Dagli scarti di uva e arance si ricavano polifenoli, pectine e fibre, utilizzabili in nutraceutica e cosmetica. Secondo l’Ue entro il 2030 con il riciclo dei rifiuti al 70% e lo smaltimento in discarica al 5%, grazie all’economia circolare si possono creare 580 mila posti di lavoro e risparmi per le imprese pari all’8% del fatturato annuo“.

Decalogo ENEA giornata nazionale contro lo spreco alimentare (fonte: www.enea.it)

In Europa sono in media 180 i kg di cibo pro-capite sprecati all’anno mentre ammontano a 164kg/anno in Italia (siamo al 7° posto nella classifica europea).

I numeri italiani dello spreco

Secondo dati ENEA, nel nostro Paese vengono gettati nel cassonetto per la precisione circa 5,5 milioni di tonnellate di cibo all’anno, in pratica 42 kg di cibo a persona. O in forma di avanzi non riutilizzati o di alimenti scaduti o andati a male, con un valore economico complessivo che si aggira intorno ai 13 miliardi di euro all’anno. E andando ancora più a fondo di questi numeri: “di questi 42 kg, oltre 10 sono costituiti da verdure e prodotti ortofrutticoli per un totale di oltre 1,3 milioni di tonnellate. Con i prodotti vegetali che gettiamo nella spazzatura, oltre a fitosanitari e nutraceutici, potremmo produrre 41 milioni di m3 di biometano, l’equivalente dell’energia necessaria per riscaldare 46mila appartamenti, con un risparmio di circa 2 milioni di tonnellate di CO2.”

Credo che giornate come questa dovrebbero essere fatte in più occasioni, che debba essere istituito un percorso nelle scuole italiane per approfondire questi temi e sensibilizzare i giovani a pratiche che possano salvaguardare davvero l’ambiente.

Grazie della tua attenzione, Enjoy😀
Francesco Umberto Iodice

Shoah, giorno della Memoria. Si può fare comunicazione sull’Olocausto?

Nel giorno della memoria, la giornata in cui si ricordano le vittime dell’Olocausto e del nazismo, il rischio di banalizzare una delle più grandi macchie dell’umanità è grande.

Il 27 gennaio 1945 le truppe sovietiche dell’Armata Russa, impegnate nella offensiva Vistola-Oder in direzione della Germania, arrivarono nei pressi di Auschwitz. Questa città polacca era sede dell’enorme campo di concentramento e sterminio utilizzato nel corso del genocidio nazista. I russi liberarono i superstiti.

L’apertura dei cancelli di Auschwitz, come ricorda Wikipedia, fu fondamentale anche perchè “mostrò al mondo intero non solo molti testimoni della tragedia, ma anche gli strumenti di tortura e di annientamento utilizzati in quel lager nazista”.

Non voglio fare l’ennesimo post storico e politicamente corretto sull’orrore della Guerra, ma mi piacerebbe fare una riflessione con gli occhi di chi studia le tecniche di comunicazione.

Una campagna che ho molto apprezzato su questo tema, l’ho scoperta su un vecchio articolo su www.ilpost.it. E’ una campagna di comunicazione provocatoria realizzata da Archi’s Comunicazione per Regione Umbria.

L’obiettivo di questa campagna, dichiaratamente social (siamo nel pieno boom di Facebook) era attraverso frasi o domande molto brevi far riflettere sul dramma. Personalmente, mi ha sempre colpito che sia avvenuto solo pochi anni fa, 73 anni oggi. So che molti non apprezzano il ricordo e applicare le regole della comunicazione anche a tragedie simili, però non l’ho trovata offensiva della dignità dei morti mostrati. Non meno, per esempio, delle ultime campagne per la fertilità delle vacche ordita dalla “pubblicità progresso secondo Beatrice Lorenzin”. Quella sì, che se fossi una ragazza, una donna e già una mamma mi avrebbe offeso. La commissione pubblica da parte di una regione che amo, l’Umbria, certifica l’originale intento didascalico da leggere nell’ambito di una diffusione sui Social Network.

Quando ero a scuola, alle medie, al liceo classico e infine all’Università preparando l’esame di Italiano 3, ho sempre preferito la richiesta di Primo Levi di mantenere alta la memoria di quanto accaduto, rispetto alla nostrana preghiera alla dimenticanza. Dobbiamo ricordare sempre il passato, perchè come asserivano i latini: historia magistra vitae

E quindi rispondendo alla domanda nel titolo, cosa che se fosse un pezzo giornalistico non avrei mai potuto fare (ma questo è un blog!): sì, si può e, secondo me, entro certi limiti si deve fare comunicazione anche sulla Shoah. Abbiamo bisogno anche di qualche immagine scomoda, che ci possa umiliare in quanto persone civili (anche se incolpevoli di questa tragedia) perchè non accada mai più. E non si chiudano gli occhi non volendo guardare a quei Paesi del terzo mondo dove le pulizie etnico-religiose avvengono ancora. Pensiamo per esempio ai nostri fratelli cristiani nell’Africa nera…

Preferisco di fronte a drammi come l’olocausto non girare la testa e chiedermi se coloro che hanno compiuto tali violenze siano uomini…

 

Se questo è un Uomo

Voi che vivete sicuri
nelle vostre tiepide case,
voi che trovate tornando a sera
il cibo caldo e i visi amici:
considerate se questo è un uomo,
che lavora nel fango,
che non conosce pace,
che lotta per mezzo pane,
che muore per un sì o per un no.
Considerate se questa è una donna
senza capelli e senza nome,
senza più forza di ricordare,
vuoti gli occhi e freddo il grembo
come una rana d’inverno.
Meditate che questo è stato:
vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore,
stando in casa andando per via,
coricandovi alzandovi;
ripetetele ai vostri figli.
O vi si sfaccia la casa,
la malattia vi impedisca
i vostri nati torcano il viso da voi.

Primo Levi, Se questo è un uomo, Einaudi, Torino 1958.

Grazie della tua attenzione,
Francesco Umberto Iodice

Liberia, George Weah presidente

MONROVIA (LIBERIA) –  Da oggi 22 gennaio 2018, George Weah è il nuovo presidente della Liberia. Al ballottaggio del 26 dicembre ha superato Joseph Boakai col 61,5% contro il 38,5%. Weah succede a Ellen Johnson Sirleaf, prima donna Capo di Stato di un paese africano.

Ma chi è George Weah?

Era la calda estate del 1996, io ero un bambino di 7 anni che i nonni avevano portato per un mese intero in vacanza a Santa Margherita Ligure. Un week end vennero i miei genitori a trovarci. E mi portarono un regalo: la mia prima maglietta del Milan (rigorosamente tarocca). Numero 9, Weah. 

Ricordo l’emozione dei colori rossoneri. E sorrido quando mi capita tra le mani durante le pulizie di primavera quella maglietta così piccola eppure nella mia memoria così importante.

Weah non è stato solo il primo e unico Pallone d’Oro della storia del calcio africano nel 1995, per molti ragazzi della mia generazione è stato l’attaccante del Milan. Simbolo di un calcio che non c’è più, senza partite in HD, con un orecchio alla radiolina portatile per sapere dalla Rai il risultato alla domenica pomeriggio.

Weah è stato un’icona. Autore col Milan di Capello e Zaccheroni di 58 gol in 147 partite coi rossoneri. L’unico 9 per eccellenza resta per me Pippo Inzaghi, ma da sempre nel mio immaginario l’attaccante ideale del Milan dev’essere un africano dalla forza straripante, come lo era Weah. A Fifa negli anni infatti ho sempre comprato un bomber così: Didier Drogba, Samuel Eto’o o Mario Balotelli…

Oggi però finalmente Giorgione corona il suo sogno di diventare presidente del suo Paese, la Liberia.

Ci aveva già provato alle presidenziali del 2005, dopo la sanguinosa guerra civile, ma era stato sconfitto al ballottaggio. Da quel momento Weah è diventato uno dei leader dell’opposizione, presentandosi come numero due nelle elezioni del 2011, perse da Winston Tubman, sempre contro Johnson Sirleaf,  vincitrice del Nobel per la Pace, sotto il cui mandato è stato ottenuto il ritiro della missione di pace dell’Onu dalla Liberia.

In campagna elettorale Weah ha promesso istruzione gratuita dall’asilo alle superiori, spero davvero che possa realizzare questa promessa e aiutare il suo Paese così povero e dilaniato dalle guerre a uscire dalla povertà.  Molti milanisti anni ’90 fanno il tifo per te King George! Forza Weah!

Grazie della tua attenzione, Enjoy😀
Francesco Umberto Iodice

L’apertura mentale non è una frattura del cranio di Samuele Roccatello. La mia recensione e gallery

L’apertura mentale non è una frattura del cranio, la mia recensione del primo libro di Samuele Roccatello

In un pomeriggio d’autunno Danilo Urli, un mio vecchio amico, mi ha chiamato chiedendomi un favore: “Puoi dare un’occhiata al libro di un ragazzo che lavora con me e che sogna di fare lo scrittore?“. L’ho fatto ed è nata una bella amicizia e una sincera collaborazione.

Sono stato invitato a fare da relatore alla prima presentazione del libro di Samuele domenica 10 dicembre 2017 a Casale Monferrato nel Castello dei Paleologi, presso l’Enoteca Regionale del Monferrato.

Quella che segue è la prefazione che ho siglato per Pathos Edizioni. 

 

Scrivere un libro è sempre un’impresa, farlo a 20 anni e buttarsi così nel panorama editoriale italiano – stante la crisi, non solo economica, ma anche culturale – è un atto di coraggio. Con l’incoscienza di coloro che guardano i dati del settore senza curarsene, Samuele Roccatello, l’autore di “L’apertura mentale non è una frattura del cranio” ha scritto così il suo primo libro.

Roccatello è un ragazzo cresciuto tra le colline del Monferrato, in quella natura tipica piemontese, che lascia sempre un segno in tutti gli scrittori di questa splendida terra. E così è stato anche per Samuele, studente universitario di chimica con sempre un libro in una mano e le bacchette da batteria nell’altra.

Il libro è una raccolta di racconti e raccontini che nasce dall’esigenza dell’autore di esprimere il proprio essere e le proprie opinioni sui maggiori temi e sentimenti universali. Ecco quindi in ordine di trattamento: innocenza, amore, fiducia, passione, empatia, giustizia, libertà, trasgressione, coraggio, rispetto, tolleranza, origini, umiltà.

Il testo segue un percorso cronologico e Roccatello immagina di accompagnare il lettore in un percorso che nasce con la tenerezza della protagonista di “La piccola Amanda” e arriva fino alla saggezza di un anziano nel ruolo di improbabile vate in “Cicinin. Un racconto per ogni stagione della nostra vita, quindi, che permette di evidenziare già alcuni tratti della penna dell’autore, molto bravo nella gestione dei registri di scrittura e maniacale nella scelta del lessico. Se per immaginare i toni e le parole dei grandi e degli anziani Roccatello ha lavorato di fantasia con risultati a volte ottimi altre approfondibili, per i primi racconti ha ripreso in mano i suoi vecchi quaderni delle elementari e frequentato nipotine e cuginette. Il risultato lapalissiano è un labor limae insistito e convinto che mira a coinvolgere il lettore pagina dopo pagina.

Dei molti racconti, mi permetto di segnalare,Ciuf Ciuf”, storiella in cui rumore di un treno si fa metafora della lontananza che ognuno di noi ha provato nei confronti di chi amiamo. Ed è in questa scia che lo “stare insieme” si fa “stazione” non solo dei cuori di Carlo e Sara da cui nasce il suono onomatopeico, ma anche di chi sa amare e vedersi con occhi diversi da quelli comuni. Come ad esempio quelli della figura del padre che disconosce – o forse ha dimenticato – la tenerezza e l’intesa dei due giovani, come facevano i vecchi romani rumoreggiando per i baci dei due giovani amanti al tempo di Catullo.

In Non esiste giustizia senza una lotta” viene invece esplorato uno dei problemi più gravi della nostra società: il bullismo. Il protagonista di questo racconto, il Giustiziere, è un ragazzino che ha subito le offese reiterate e sistematiche dei suoi compagni di scuola e che si fa a sua volta bullo. È il dramma della scuola italiana di oggi che non riesce a fermare un fenomeno ora ai tempi dei social network  quanto mai attuale – e in grado di svilupparsi con nuovi metodi di offesa come il cyberbullismo – che se non arrestato può portare chi è più forte a reagire passando dalla parte del torto, chi è più debole a soccombere. Interessante la chiave di sviluppo nella quale agisce, meglio reagisce, il Giustiziere.

Ultimo, in questo caso per importanza, “Cicinin”, racconto in cui l’autore ci porta in una sagra piemontese tra il vociare di persone sedute a lunghe tavolate e il profumo della panissa appena versata in piatti di plastica bianchi. L’intervento di un anziano pieno di consigli durante una tranquilla serata con la fidanzata – pardon morosa, come si dice in Piemonte – qui raccontato è un fatto realmente accaduto a Roccatello ed è per ora il suo lavoro preferito. Sono certo che sarà uno dei più apprezzati anche dai lettori. E non appare un caso che dall’innocenza dei bambini, il libro si concluda con l’umiltà degli anziani.

In conclusione, immaginandomi davanti ad una tazza di caffè a spiegare a qualcuno perché leggere questo libro, penso che aldilà delle analisi di sintassi e morfologia, mi sentirei di avvalorare l’opera prima di questo ragazzo per quella che è: un’opera prima impegnata nei temi e carica di freschezza e passione giovanile. Sono certo che molte opinioni e visioni delle cose cambieranno anche per Samuele col tempo, ma la spontaneità e sincerità che emana sia di persona, che nelle sue pagine può essere travolgente. Proprio come a volte non aver paura di Aprire la mente.

Se sei interessato e vuoi sostenere questo giovane scrittore, puoi comprare il libro su IBS, su LaFeltrinelli, Amazon su Unilibro.

Puoi seguire Samuele Roccatello su Facebook e LinkedIn.

 

 Grazie della tua attenzione, Enjoy😀
Francesco Umberto Iodice

“WONDER” Movie: The Story of the Year..

Ribloggo un articolo scritto da Alice Chirico, PhD Student in Università Cattolica in Psicologia della comunicazione. Sotto la parte in inglese, c’è la traduzione in italiano.
Consiglio anch’io di vedere WONDER, film con Julia Roberts e Owen Wilson sulla disabilità, ma non solo…
“Fatevi un regalo. Andate a vederlo al cinema: “Wonder“, quando si dice nomen omen.
Puoi seguire il Blog di Alice Chirico cliccando su Awe transformative experience!

1500 visite al blog grazie a tutti

Grande traguardo per questo blog. Abbiamo raggiunto le prime 1500 visite ufficiali!

Il 24 aprile scorso avevo aperto questa piattaforma un po’ per gioco, un po’ per prova. L’avevo fatto da solo (e se ne vedono ancora oggi tutti i limiti…). Poi avevo un po’ abbandonato l’idea di scrivere, fino a fine 2017, quando ho voluto rimettere in moto questo sito internet.

Ricordo ancora la sorpresa che avevo provato a un mese esatto dalla messa online per le le prime 500 visite!!! Perciò oggi come allora:

Grazie a ognuno dei 1500 utenti che ha voluto dedicare il suo tempo, non avrei mai sperato questi numeri

Grazie della tua attenzione, Enjoy😀
Francesco Umberto Iodice

Nuovo blog, nuova avventura

Here we go, I’m back!

Dopo alcuni mesi in cui avevo abbandonato questo blog, ho deciso di riprendere a scrivere e condividere i miei pensieri e le mie opinioni con quelli che come me soffrono di web dipendenza.

Per l’occasione nunzio vobis gaudium magnum: habemus novum situm!

Nuovo restyling, layout più serio e colori più professional: sono solo alcune delle novità di quello che non sarà solo un nuovo sito, ma una nuova avventura! Ho deciso di espandere i miei orizzonti anche online come già avviene nella mia vita.

Non più solo politica, ma soprattutto anche i temi che più mi appassionano e che da anni sono diventati il mio lavoro: Marketing & Comunicazione e Formazione.

Consigli SEO, le mie esperienze, i miei viaggi sono solo alcuni dei molti punti che vorrei toccare in questo blog. Lo scriverò con impegno e senza usare un tono troppo “accademico”. Sarò troppo stupido, ma non riesco a capire i tuttologi, nè i blog dei migliaia massimi esperti mondiali su qualunque tema: ma il massimo non dovrebbe essere uno? 😮 Eppoi del resto un blog è paragonabile a una chiacchierata tra amici che si vedono dopo qualche tempo e si aggiornano davanti a un drink, dopo una giornata di lavoro. Che senso avrebbe “fare” il “sapientone” anche dopo le 18.30? Sarebbe illegale! 😉

Il sito blog che avevo creato nella primavera 2016 era una piattaforma per la campagna elettorale al Comune di Novara. Poi grazie all’amicizia e alla grande competenza di Staff Millennium, web agency della mia città, mi era stato creato da professionisti un vero sito ufficiale.

Anche se le elezioni sono andate personalmente alla grande (ho preso 218 voti a soli 25 anni e senza ticket di partito) oggi, non ho più incarichi politici, ma la politica resta una mia grande passione e la continuo ad osservare con occhi critici dall’esterno.

Per tutto il resto invece se vorrai ogni tanto leggermi, confrontarci ed essere mio compagno di viaggio in questa nuova avventura, io sarò qui!

Grazie della tua attenzione, Enjoy😀
Francesco Umberto Iodice

Marketing Comunicazione Formazione