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L’apertura mentale non è una frattura del cranio di Samuele Roccatello. La mia recensione e gallery

L’apertura mentale non è una frattura del cranio, la mia recensione del primo libro di Samuele Roccatello

In un pomeriggio d’autunno Danilo Urli, un mio vecchio amico, mi ha chiamato chiedendomi un favore: “Puoi dare un’occhiata al libro di un ragazzo che lavora con me e che sogna di fare lo scrittore?“. L’ho fatto ed è nata una bella amicizia e una sincera collaborazione.

Sono stato invitato a fare da relatore alla prima presentazione del libro di Samuele domenica 10 dicembre 2017 a Casale Monferrato nel Castello dei Paleologi, presso l’Enoteca Regionale del Monferrato.

Quella che segue è la prefazione che ho siglato per Pathos Edizioni. 

 

Scrivere un libro è sempre un’impresa, farlo a 20 anni e buttarsi così nel panorama editoriale italiano – stante la crisi, non solo economica, ma anche culturale – è un atto di coraggio. Con l’incoscienza di coloro che guardano i dati del settore senza curarsene, Samuele Roccatello, l’autore di “L’apertura mentale non è una frattura del cranio” ha scritto così il suo primo libro.

Roccatello è un ragazzo cresciuto tra le colline del Monferrato, in quella natura tipica piemontese, che lascia sempre un segno in tutti gli scrittori di questa splendida terra. E così è stato anche per Samuele, studente universitario di chimica con sempre un libro in una mano e le bacchette da batteria nell’altra.

Il libro è una raccolta di racconti e raccontini che nasce dall’esigenza dell’autore di esprimere il proprio essere e le proprie opinioni sui maggiori temi e sentimenti universali. Ecco quindi in ordine di trattamento: innocenza, amore, fiducia, passione, empatia, giustizia, libertà, trasgressione, coraggio, rispetto, tolleranza, origini, umiltà.

Il testo segue un percorso cronologico e Roccatello immagina di accompagnare il lettore in un percorso che nasce con la tenerezza della protagonista di “La piccola Amanda” e arriva fino alla saggezza di un anziano nel ruolo di improbabile vate in “Cicinin. Un racconto per ogni stagione della nostra vita, quindi, che permette di evidenziare già alcuni tratti della penna dell’autore, molto bravo nella gestione dei registri di scrittura e maniacale nella scelta del lessico. Se per immaginare i toni e le parole dei grandi e degli anziani Roccatello ha lavorato di fantasia con risultati a volte ottimi altre approfondibili, per i primi racconti ha ripreso in mano i suoi vecchi quaderni delle elementari e frequentato nipotine e cuginette. Il risultato lapalissiano è un labor limae insistito e convinto che mira a coinvolgere il lettore pagina dopo pagina.

Dei molti racconti, mi permetto di segnalare,Ciuf Ciuf”, storiella in cui rumore di un treno si fa metafora della lontananza che ognuno di noi ha provato nei confronti di chi amiamo. Ed è in questa scia che lo “stare insieme” si fa “stazione” non solo dei cuori di Carlo e Sara da cui nasce il suono onomatopeico, ma anche di chi sa amare e vedersi con occhi diversi da quelli comuni. Come ad esempio quelli della figura del padre che disconosce – o forse ha dimenticato – la tenerezza e l’intesa dei due giovani, come facevano i vecchi romani rumoreggiando per i baci dei due giovani amanti al tempo di Catullo.

In Non esiste giustizia senza una lotta” viene invece esplorato uno dei problemi più gravi della nostra società: il bullismo. Il protagonista di questo racconto, il Giustiziere, è un ragazzino che ha subito le offese reiterate e sistematiche dei suoi compagni di scuola e che si fa a sua volta bullo. È il dramma della scuola italiana di oggi che non riesce a fermare un fenomeno ora ai tempi dei social network  quanto mai attuale – e in grado di svilupparsi con nuovi metodi di offesa come il cyberbullismo – che se non arrestato può portare chi è più forte a reagire passando dalla parte del torto, chi è più debole a soccombere. Interessante la chiave di sviluppo nella quale agisce, meglio reagisce, il Giustiziere.

Ultimo, in questo caso per importanza, “Cicinin”, racconto in cui l’autore ci porta in una sagra piemontese tra il vociare di persone sedute a lunghe tavolate e il profumo della panissa appena versata in piatti di plastica bianchi. L’intervento di un anziano pieno di consigli durante una tranquilla serata con la fidanzata – pardon morosa, come si dice in Piemonte – qui raccontato è un fatto realmente accaduto a Roccatello ed è per ora il suo lavoro preferito. Sono certo che sarà uno dei più apprezzati anche dai lettori. E non appare un caso che dall’innocenza dei bambini, il libro si concluda con l’umiltà degli anziani.

In conclusione, immaginandomi davanti ad una tazza di caffè a spiegare a qualcuno perché leggere questo libro, penso che aldilà delle analisi di sintassi e morfologia, mi sentirei di avvalorare l’opera prima di questo ragazzo per quella che è: un’opera prima impegnata nei temi e carica di freschezza e passione giovanile. Sono certo che molte opinioni e visioni delle cose cambieranno anche per Samuele col tempo, ma la spontaneità e sincerità che emana sia di persona, che nelle sue pagine può essere travolgente. Proprio come a volte non aver paura di Aprire la mente.

Se sei interessato e vuoi sostenere questo giovane scrittore, puoi comprare il libro su IBS, su LaFeltrinelli, Amazon su Unilibro.

Puoi seguire Samuele Roccatello su Facebook e LinkedIn.

 

 Grazie della tua attenzione, Enjoy😀
Francesco Umberto Iodice

2 commenti su “L’apertura mentale non è una frattura del cranio di Samuele Roccatello. La mia recensione e gallery”

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