La lezione dell’Avvocato Correnti. Buon viaggio!

Quando venni a sapere che proprio lui, l’Avvocato, voleva incontrarmi ricordo che ebbi un momento di blocco. Per me il Sindaco Gianni Correnti era un nome che incuteva grande rispetto e un certo timore reverenziale. I molti che me lo avevano nominato, ne avevano tracciato il ritratto di un uomo colto, brillante, carismatico e volitivo. File di amministratori novaresi erano cresciuti nel solco del percorso che lui aveva tracciato nei suoi anni di attività politica.

E ora lui, proprio lui, aveva chiesto di incontrare me. Ero il più giovane consigliere comunale del Consiglio Comunale di Novara e gli avevano parlato bene di me, così aveva deciso di incontrarmi per conoscermi e, probabilmente, saggiare se quanto dicevano fosse vero…

Entrando nel suo studio ho provato un timore reverenziale che difficilmente mi capita di provare. E quando lui comparve, dietro ai suoi baffi folti, incontrai sicuramente una delle persone che più ha segnato – e continuerà a farlo se andrà avanti – il mio percorso politico. S’informò sul mio percorso di vita e sui miei studi, restò colpito del fatto che avessi organizzato i miei primi due eventi col Patrocinio del Ministero della Salute (“E’ da anni che a Novara avviene e mai per iniziativa di un consigliere comunale”, aveva detto) e del mio interesse per le nuove tecnologie, quell’innovazione che lui ammetteva essergli materia sconosciuta, ma di cui riconosceva e intuiva, con lucida lungimiranza, il grande valore futuro per l’economia novarese e nazionale. E poi con grande piacere, come se stesse raccontando una storia ai nipoti davanti al camino in una notte di inverno, mi raccontò la sua di storia. Il suo percorso. Gli anni a Roma. Gli anni da Sindaco. Il suo lavoro di Avvocato.

Una persona che col passare dei minuti e degli incontri aveva cominciato a chiamarmi ‘Amico mio’: non so se lo facesse con tutti quelli che incontrava, o se invece ha ancor più valore perché lo riservava a pochi, ma francamente non mi importa. Detto da lui, questo appellativo era in grado di farti sentire “importante”. Mi ricordo quando gli chiesi a chi avvicinarmi politicamente nel Partito sia le parole positive nei confronti di coloro che indicava come ‘buoni modelli’ per me che le stroncature totali e massacranti nei confronti di chi coloro dei quali non comprendeva come potessero avere ruoli di valore sia di militanza che amministrativi. Tutti i suoi giudizi apparivano tanto sinceri quanto pesati dal Principe del Foro novarese.

Ricorderò per sempre e farò tesoro dei consigli che mi ha dato Avvocato, soprattutto nel primo incontro, e della sua stima nei miei confronti. Fa sempre piacere venire valorizzati, ma quando a farlo sono persone di rilievo morale e che hanno segnato così tanto la storia della tua città, le parole acquistano ancor più significato. Come quando nell’unica occasione in cui l’ho vista battersi il petto, con un velo di orgoglio, s’è concesso tra il fumo del sigaro un “Novara non è una città di sinistra. L’unico Sindaco di Sinistra sono stato io”.

Il 15 ottobre Novara l’ha salutata, in un giorno d’autunno con nebbia rada novarese. Dicono che i morti, se li ricordiamo noi che restiamo, non muoiono mai. Se li dimentichiamo, muoiono invece una seconda volta. E allora quello che porterò di lei nella mia vita saranno gli insegnamenti che mi ha dato, le considerazioni che lei ha fatto su di me e le previsioni sul mio futuro, che custodisco e non scrivo per riserbo, ma soprattutto quella frase con cui mi salutava, sempre dandomi del lei: “Venga quando vuole a trovare un vecchio amico, mi fa piacere parlare di politica ai giovani”.

Vede Avvocato, non mi sono mai permesso di contraddirla, lei non parlava di politica. La insegnava.

Buon viaggio,
con stima grande,

Francesco

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